Gli integratori a base di olio di pesce in un caso su dieci contengono oli irranciditi, senza che sia possibile capirlo per un normale consumatore.
È questo il sorprendente risultato di un’indagine realizzata negli Stati Uniti dalla società indipendente Labdoor che effettua test a campione sui supplementi in vendita nelle principali catene di supermercati.
I ricercatori hanno selezionato e analizzato 54 tra gli integratori a base di olio di pesce più venduti. Il risultato è preoccupante: in media uno su dieci contiene oli ossidati al punto tale da essere considerati rancidi, in alcuni casi a livelli fino a 11 volte superiori a quelli raccomandati.
La presenza di acidi grassi rancidi, per i consumatori, è quasi sempre impossibile da identificare con l’olfatto o la vista, perché nascosta da additivi che opportunamente ne mascherano gli odori e i colori.
Gli omega-3 deperiscono facilmente a causa dell’ossidazione ambientale, divenendo oltre che inefficaci, anche potenzialmente nocivi per l’organismo.
Esistono infatti ipotesi su eventuali effetti cancerogeni degli omega-3 perossidati nell’organismo – molte divulgate nel 2010 dal ricercatore Brian Peskin.
A-M B-Well PGFO e Liquid Gold sono certificati da Ifos a 5 stelle anche per quanto riguarda l’ossidazione, sempre a livelli eccezionalmente bassi.