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Omega-3 per combattere il cancro al seno

cancro-seno-omega3L’azione degli omega 3 sulla prevenzione e la riduzione della crescita del tumore del seno è stata osservata in uno studio condotto dai ricercatori del Department of Human Health and Nutritional dell’Università di Guelph in Canada.
Il dottor David Ma e colleghi hanno scoperto che nel modello animale in cui vi era la presenza di acidi grassi essenziali omega 3, si sviluppavano meno tumori e, nel caso, questi erano più piccoli rispetto a quelli dei modelli che non possedevano gli omega 3.

Per il loro studio, i ricercatori hanno creato delle cavie transgeniche in grado di produrre da sé gli acidi grassi omega 3 e sviluppare tumori mammari aggressivi, per poi comparare l’azione di questi con un altro gruppo di cavie che sviluppava anch’esso i tumori mammari, ma non produceva gli omega 3.
L’osservazione dello sviluppo dei tumori ha permesso di rilevare come le cavie del gruppo “omega 3” sviluppassero i tumori soltanto nei due terzi dei casi e, se sviluppati, fossero del 30% più piccoli.

«La differenza può essere attribuita esclusivamente alla presenza degli omega-3 negli animali transgenici, il che è significativo – spiega il dottor Ma – Il fatto che una sostanza alimentare nutriente può avere un effetto significativo sullo sviluppo del tumore e la crescita è notevole e ha rilevanti implicazioni nella prevenzione del cancro al seno».

 

Fonte: La Stampa 25/02/2013

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Gli Omega-3 rallentano l’invecchiamento

Una nuova ricerca pubblicata dalla Prof. Kiecolt-Glaser e colleghi dell’Ohio State University (Columbus, Stati Uniti) sulla rivista Brain, Behavioue, and Immunity dimostra che attraverso l’integrazione con olio di pesce ad alto dosaggio è possibile rallentare l’invecchiamento cellulare e del 15% lo stress ossidativo.

I risultati confermano una precedente ricerca del 2010, che aveva mostrato come gli omega 3 aiutano a salvaguardare l’integrità dei telomeri, le estremità’ terminali dei cromosomi del DNA, allungandone la sopravvivenza.

Il nuovo studio si è focalizzato sulla lunghezza dei telomeri nei globuli bianchi di individui che hanno assunto quotidianamente per 4 mesi 2,5 grammi di Omega-3 EPA e DHA, equivalenti a 4 capsule di A-M B-Well PGFO oppure circa 1 cucchiaino da the di Liquid Gold.

Oltre all’effetto protettivo contro l’accorciamento dei telomeri, i ricercatori hanno scoperto che le dosi di Omega-3 testate riducono del 15% circa lo stress ossidativo, un fattore associato a diversi disturbi, inclusi quelli cardiovascolari e quelli neurodegenerativi.

Questi risultati si uniscono a quelli ottenuti in precedenza dagli stessi ricercatori, che hanno dimostrato che l’assunzione di Omega-3 è efficace nel ridurre i livelli di infiammazione, un altro fattore importante nel determinare lo stato di salute.

Sulla base di tutte queste evidenze gli autori hanno concluso che gli integratori di Omega-3 potrebbero rappresentare un raro caso in cui un solo intervento nutrizionale può contribuire a ridurre il rischio di diverse patologie associate all’invecchiamento: dalle malattie coronariche al diabete, passando per l’Alzheimer.

Fonte: “Omega-3 fatty acids, oxidative stress, and leukocyte telomere length: A randomized controlled trial”

 

 

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Gli Omega-3 sono efficaci contro il mal di testa

Un recente studio scientifico ha verificato che gli Omega-3 sono efficaci nel ridurre l’intensità e la frequenza degli attacchi nelle persone sofferenti di mal di testa cronico.

I ricercatori hanno studiato per 3 mesi 68 pazienti sofferenti di cefalea cronica quotidiana.
Ad un gruppo è stata somministrata una alimentazione tipica americana povera di Omega-3, mentre il secondo gruppo assumeva 1,5 grammi di Omega-3 al giorno.

Il gruppo che ha assunto Omega-3 ha mostrato una riduzione significativa dell’intensità della cefalea (-12%) ed una diminuzione dei giorni di mal di testa (-38%).

I ricercatori hanno concluso che assumere acidi grassi Omega-3 EPA e DHA (come quelli presenti nei prodotti A-M B-Well) è utile per ridurre la frequenza e l’intensità delle cefalee.

Fonte: DHA/EPA Omega-3 Institute

 

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Gli Omega-3 prevengono le allergie

L’assunzione di omega 3 aiuta a prevenire le allergie: questa è la conclusione a cui sono giunte alcune ricerche, l’ultima delle quali pubblicata sul numero di Agosto di Clinical & Experimental Allergy.

Lo studio, condotto dai ricercatori della University of Western Australia su 120 bambini, ha confermato che una integrazione di omega-3 agisce efficacemente nel ridurre l’eccessiva risposta del sistema immunitario e la sua attivazione anche nei confronti di stimoli innocui (come ad esempio polvere, pollini, peli di animali, ecc.).

Anche diversi studi precedenti hanno messo in luce l’utilità di un’integrazione con omega-3 per prevenire i disturbi asmatici. La prevenzione delle allergie potrebbe essere quindi condotta per mezzo dell’assunzione di omega 3 fin dall’infanzia.

Fonte: Clinical and Experimental Allergy
Volume 42, Number 8, Pages 1206-1216

 

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Riduci il rischio di malattie cardiache del 40%

Una meta-analisi, pubblicata il 21 maggio scorso su Medical Nutrition, riporta nuovamente l’attenzione sugli effetti benefici sul cuore degli Omega-3.

Nelle conclusioni degli scienziati della Università di Harvard (USA) si legge infatti che per ogni assunzione di 125 mg di Omega-3 DHA ed EPA si riduce del 3% il rischio di insufficienza cardiaca (quindi assumendo ad esempio ogni giorno 3 capsule di A-M B-Well PGFO si riduce il rischio del 40% circa).

L’efficacia degli Omega-3 è tale che non esiste una parte di medicina dedicata alla prevenzione delle malattie cardiovascolari in cui si siano ottenuti risultati migliori.

Infatti gli Omega-3 influenzano beneficamente diversi fattori di rischio cardiovascolare, come trigliceridi, aritmie e ipertensione arteriosa.

Utilizzando integratori di Omega-3 con pazienti che soffrono di patologie cardiovascolari si è ottenuta una riduzione della mortalità dal 20 al 45%.

Fonte in inglese: Clinical Nutrition

 

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L’olio di pesce previene l’Alzheimer

Alzheimer omega-3

Gli Omega-3 riducono i livelli nel sangue di una proteina, la beta-amiloide, strettamente associata allo sviluppo della malattia di Alzheimer.

La dimostrazione arriva dalle pagine di Neurology, dove un gruppo di ricercatori guidato da Nikolaos Scarmeas del Columbia University Medical Center di New York (Stati Uniti) ha pubblicato uno studio in cui ha rilevato che una alimentazione caratterizzata da alti livelli di Omega-3 permette la diminuzione della concentrazione di beta-amiloide nel sangue del 20-30%.

Per giungere a questa conclusione è stato necessario analizzare le abitudini alimentari di più di 1.200 individui di età superiore ai 65 anni. All’inizio dello studio nessuno dei partecipanti era affetto da disturbi neurologici e le concentrazioni di beta-amiloide sono state rilevate tramite esami del sangue.

Dopo un anno e mezzo Scarmeas e collaboratori hanno scoperto che chi aveva assunto i livelli più elevati di Omega-3 aveva accumulato meno beta-amiloide nel plasma.

Gli Omega 3 aiutano il corpo a produrre molecole anti-infiammatorie neuroprotettive in grado di contrastare la produzione di beta amiloide nel cervello.

E la beta amiloide è tossica per i neuroni: il suo accumulo concorre alla formazione delle “placche senili”, causando quei danni alla memoria e alle capacità cognitive che caratterizzano malattie neurodegenerative, come appunto l’Alzheimer.

Fonte in italiano: Corriere della Sera 07/06/2012
Fonte in inglese: Neurology

 

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Stai danneggiando il tuo cervello senza saperlo?

Il Journal of Physiology ha reso noti i risultati di una ricerca condotta dall’ UCLA (Università della California) dove si dimostra come gli omega-3 siano in grado di contrastare gli effetti di una cattiva alimentazione sul cervello, in particolare per quanto riguarda memoria e apprendimento.

Il team dell’ UCLA si è concentrato sull’alto contenuto di fruttosio dello sciroppo di mais, un dolcificante poco costoso che è comunemente aggiunto a livello industriale a molti prodotti alimentari (bevande analcoliche, condimenti, alimenti per l’infanzia, dolci, cereali, biscotti, snacks, yogurt, sport drinks, ecc.).

Un americano medio, secondo il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, consuma mediamente più di 20 chili all’anno di questo particolare zucchero senza nemmeno saperlo.

Il prof. Gomez-Pinilla (primario di neurochirurgia presso la David Geffen School of Medicin) ed il suo team hanno studiato due gruppi di cavie che hanno consumato una soluzione di fruttosio in acqua per sei settimane.

Il secondo gruppo ha ricevuto anche acidi grassi omega-3 sotto forma di acido docosaesaenoico (DHA), che protegge contro i danni alle sinapsi – le connessioni chimiche tra le cellule cerebrali che consentono la memoria e l’apprendimento.

L’omega-3 DHA è essenziale per la capacità delle cellule cerebrali di trasmettersi i segnali,” ha detto Gomez-Pinilla. “Questo è il meccanismo che rende possibili l’apprendimento e la memoria. Il nostro corpo non può produrre abbastanza DHA, quindi deve essere integrato attraverso la nostra alimentazione.”

Al termine dello studio i ricercatori hanno verificato che gli animali a cui non era stato somministrato l’omega-3 DHA erano più lenti, avevano problemi a pensare con chiarezza e ricordare il percorso che avevano imparato sei settimane prima.

“Mangiare un alto contenuto di fruttosio a lungo termine altera la capacità del cervello di apprendere e ricordare le informazioni. Ma l’aggiunta di acidi grassi omega-3 ai vostri pasti può aiutare a minimizzare i danni.

Il prof. Gomez-Pinilla consiglia a di assumere 1 grammo di DHA al giorno.

I nostri risultati suggeriscono che il consumo di omega-3 DHA protegge regolarmente il cervello dagli effetti nocivi del fruttosio“, ha detto Gomez-Pinilla. “E ‘come accumulare denaro in banca. Se si vuole costruire una riserva per il nostro cervello da usare per combattere le malattie future”.

Ti ricordo che sia A-M B-Well PGFO in capsule che Liquid Gold sono una fonte di omega-3 DHA, citato in questo studio. 1 grammo di DHA equivale a 5 capsule oppure 1 cucchiaino da 5 ml di Liquid Gold.

Fonte in inglese: Journal of Physiology

 

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Gli Omega-3 curano le malattie infiammatorie

Che gli omega-3 fossero anti-infiammatori è già noto alla comunità scientifica, infatti le continue evidenze positive di una supplementazione su tutte le patologie correlate ad un principio infiammatorio lo confermano.

Un recente articolo, pubblicato pochi giorni fa dal Dott. Philip C. Calder dell’Institute of Human Nutrition presso l’Università di Southampton, ci ricorda come l’infiammazione giochi un ruolo chiave in molte patologie, come:

– sclerosi multipla
– congiuntiviti allergiche
– dermatite atopica o psoriasi
– fibromialgia
– aterosclerosi
– polimialgia reumatica
– riniti allergiche
– artrite reumatoide
– sindrome da stanchezza cronica
– forme asmatiche
– malattie infiammatorie croniche intestinali

Gli omega-3 influenzano l’infiammazione agendo attraverso svariati meccanismi dalle membrane fino ai nuclei delle cellule.

La somministrazione orale di omega-3 EPA e DHA porta ad un aumento di omega-3 sulle membrane delle cellule coinvolte nel processo infiammatorio.

Gli Omega 3 EPA e DHA frenano quelle reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo che alimentano l’infiammazione, migliorando lo stato di salute generale dell’organismo.

Per ottenere questi benefici il famoso biochimico americano Barry Sears, inventore della dieta a Zona, consiglia di assumere almeno 2,5 grammi di omega-3 al giorno, equivalenti a 4 capsule di A-M B-Well PGFO oppure 1 cucchiaino da 4 ml di Liquid Gold.

Fonte in inglese: US National Library of Medicine

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Hai sintomi da carenza di Omega-3?

Hai una pelle secca, facilmente irritabile e soggetta ad infiammazioni?
Hai problemi di memoria, difficoltà nella concentrazione e ridotta capacità di attenzione, tendenza alla depressione?
Sei facilmente irritabile e soggetto a fame nervosa?

Tutti questi disturbi possono essere dovuti ad una carenza di omega-3 nel tuo organismo.

Migliaia di studi scientifici hanno dimostrato come gli omega-3 apportino molteplici benefici all’organismo, ma spesso purtroppo l’alimentazione non è così varia e bilanciata come dovrebbe, e l’apporto di questi preziosi nutrienti può essere insufficiente.
Ad esempio una carenza di omega-3 DHA (fondamentale per il funzionamento delle cellule nervose) può manifestarsi con problemi nel campo della memoria e dell’umore.
Alcune ricerche sul sistema nervoso di persone suicide od affette da depressione hanno mostrato una carenza di DHA rispetto alle persone sane.

Gli omega-3 di tipo EPA hanno invece un effetto antinfiammatorio e migliorano la circolazione sanguigna, in modo che le sostanze nutritive vengano distribuite in tutto il corpo, con effetti evidenti ad esempio sulla pelle.
Pochi omega-3 nell’alimentazione portano inoltre a una tendenza ad ingrassare e ad attacchi di fame nervosa.

Se soffri di uno dei sintomi descritti sopra prova a variare la tua alimentazione in modo da assumere almeno 2,5 g di omega-3 al giorno, ma se questo ti risulta difficile puoi utilizzare un integratore che risponde ai più elevati standard di Purezza, Sicurezza, ed Efficacia come A-M B-Well PGFO capsule e Liquid Gold.

Entrambi i prodotti contengono minimo il 60% di omega-3 EPA e DHA con rapporto ottimale 40:20.

 

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Omega-3 per una buona memoria

Gli omega-3 non solo abbassano il rischio di ictus, ma assicurano anche una memoria più lucida: lo sostiene uno studio condotto presso l’Easton Center for Alzheimer’s Disease Research dell”University of California’ (Los Angeles) e pubblicato sulla rivista Neurology.

Per lo studio sono state esaminate 1.575 persone con un’età media di 67 anni.
I candidati sono stati sottoposti a risonanza magnetica del cervello e ad alcuni test che misuravano la loro capacità mentale. Inoltre sono stati monitorati la massa corporea e i livelli di acidi grassi omega-3 nel sangue.

Da questi esami è risultato che i pazienti con i più bassi livelli ematici di acidi grassi omega-3 evidenziavano un più basso volume cerebrale e punteggi più bassi nei test volti a valutare la memoria visiva, la capacità di elaborazione e il pensiero astratto.

Le persone con livelli più bassi di omega-3, in particolare l’acido docosaesaenoico (Dha) e l’acido eicosapentaenoico (Epa), nel sangue – afferma Zaldy S. Tan, autore della ricerca – hanno un volume cerebrale inferiore equivalente a circa due anni di invecchiamento della struttura cerebrale“.

Fonte in inglese:
American Academy of Neurology

 

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