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Omega-3: effetto anticancro

Alcune proprietà degli Omega-3 rendono questi acidi grassi delle potenziali molecole anticancro.

Le loro caratteristiche biologiche e molecolari, nonché la capacità di interagire con altri nutrienti come gli acidi grassi Omega-6 e gli antiossidanti, portano a ipotizzare che possano ostacolare in modo significativo la comparsa di alcune forme di tumore.

Non solo: gli Omega-3 hanno tutte le carte in regola anche per riuscire a potenziare l’effetto di alcune terapie anticancro.

Secondo un nuovo studio condotto su cavie dai ricercatori dell’Università dell’Illinois, una classe di molecole che si formano quando il corpo metabolizza gli Omega-3 potrebbero inibire la crescita e la diffusione del cancro.

Nelle cavie affette da osteosarcoma (un tumore osseo notoriamente difficile da trattare), queste molecole – chiamate endocannabinoidi – hanno rallentato la crescita dei tumori, inibito la loro migrazione e causato la morte delle cellule tumorali.

“Queste molecole potrebbero affrontare molteplici problemi: cancro, infiammazione e dolore“, ha dichiarato il prof. Aditi Das, che ha condotto la ricerca.
I risultati dello studio sono stati pubblicati nel giugno 2018 sul Journal of Medicinal Chemistry.

Fonte in inglese: Università dell’Illinois

Gli Omega-3 abbassano la frequenza cardiaca, riducendo il rischio di morte cardiaca

I risultati ottenuti da una meta-analisi, pubblicata sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition, indicano che l’integrazione con Omega-3 è associata a una significativa riduzione della frequenza cardiaca.

La frequenza cardiaca a riposo, se elevata, rappresenta un potenziale fattore di rischio per il cuore.

E’ noto da tempo che gli Omega-3 EPA e DHA hanno molti effetti positivi sulla salute di cuore e vasi, che vanno dal miglioramento dei livelli lipidici nel sangue, alla riduzione di pressione sanguigna e frequenza cardiaca e quindi del rischio di malattia coronarica e morte cardiaca.

Per condurre la meta-analisi, cioè uno studio statistico che include i risultati di numerose ricerche su un argomento, i ricercatori hanno raccolto i dati di 51 studi, considerando in totale circa 3.000 persone.

Secondo gli autori dello studio, i dati hanno evidenziato prove cliniche importanti e aggiornate che dimostrano l’effetto sulla riduzione della frequenza cardiaca dell’integrazione con Omega-3, in particolare il DHA era associato a una riduzione media della frequenza cardiaca di 2,47 battiti per minuto.

Una riduzione di questo tipo corrisponde all’incirca ad una diminuzione del 7% del rischio di morte cardiaca improvvisa.

Un rimedio naturale per l’emicrania

Uno studio realizzato in doppio-cieco ha verificato gli effetti degli Omega-3 su 60 pazienti affetti da emicrania cronica e trattati con amitriptilina.

I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi ignari di quanto veniva loro somministrato: il primo ha ricevuto 400 mg di EPA e 350 mg di DHA, due volte al giorno, per un dosaggio complessivo di 1.5 g di Omega-3 (equivalente a 2 capsule di A-B Well PGFO oppure mezzo cucchiaino da tè di Liquid Gold); il secondo gruppo ha assunto una sostanza inerte (placebo).

La ricerca ha evidenziato come nel gruppo che aveva assunto gli Omega-3 erano diminuiti i giorni al mese con emicrania di oltre l’80% nel 66% dei partecipanti; nel gruppo placebo, invece, lo stesso miglioramento si era verificato solo nella metà dei soggetti.

Alla luce di questi risultati, gli autori hanno concluso che l’integrazione con Omega-3 è efficace nel ridurre frequenza e intensità degli attacchi di emicrania.

Un precedente studio del 2012 condotto su pazienti affetti da cefalea cronica aveva già mostrato come 1,5 grammi di Omega-3 sono efficaci nel ridurre significativamente l’intensità della cefalea (-12%) ed i giorni di mal di testa (-38%).

Fonte in inglese: PubMed US National Library of Medicine – National Institutes of Health

Quali Omega-3 sono piu’ efficaci per combattere il cancro?

Secondo uno studio dell’University of Guelp, per la prevenzione del cancro gli Omega-3 provenienti dal pesce hanno effetti molto maggiori di quelli contenuti nelle fonti vegetali.

Il professor David Ma ha infatti dimostrato che gli Omega 3 marini (EPA e DHA) sono 8 volte più efficaci nel fermare lo sviluppo e la crescita del cancro.
Pubblicato nel Journal of Nutritional Biochemistry, lo studio riguardava l’alimentazione con diversi tipi di Omega-3 di cavie affette da una forma altamente aggressiva di carcinoma mammario umano.

Il Prof. David Ma ha dichiarato: “Questo è il primo studio che confronta l’efficacia degli Omega-3 marini rispetto a quelli vegetali (ALA) nel combattere lo sviluppo del cancro al seno. Esistono già prove che testimoniano l’azione protettiva degli Omega-3 vegetali e marini contro il cancro e noi abbiamo voluto determinare quale forma è più efficace”.
È noto infatti che l’EPA e il DHA possono inibire la crescita del tumore al seno, ma nessuno ha osservato direttamente l’efficacia di questi omega-3 rispetto all’ALA”.

Gli studiosi hanno scoperto che l’esposizione agli Omega-3 da olio di pesce riduceva le dimensioni dei tumori del 60-70% e il numero dei tumori del 30%.

Per raggiungere gli stessi effetti con gli Omega-3 vegetali, invece, erano necessarie dosi molto più elevate.

Gli Omega-3 prevengono e combattono il cancro attivando geni associati al sistema immunitario e bloccando i percorsi di crescita dei tumori.

Fonte in inglese: The Journal of Nutritional Biochemistry

Come potenziare l’effetto degli Omega-3?

Consigliamo da sempre di assumere il tuo integratore di Omega-3 subito prima o durante un pasto, in modo che venga facilitato l’assorbimento a livello intestinale.

Ma esistono altri modi per potenziare l’effetto degli Omega-3?

Secondo uno studio pubblicato sulle pagine del Journal of Nutrition, realizzato dai ricercatori della University of California, assumere Omega-3 e contemporaneamente seguire una alimentazione ricca di vegetali a foglia verde scuro, aumenta la concentrazione degli acidi grassi essenziali EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) nelle membrane dei globuli rossi, soprattutto se si utilizzano Omega 3 di estrema purezza come quelli A-M B-Well.

Secondo i ricercatori, per ottenere il livello di Omega-3 nel sangue ideale per il mantenimento dello stato di salute basta consumare circa 70 gr al giorno di vegetali a foglia verde scuro.

A questo gruppo di vegetali a cui appartengono, tra gli altri, spinaci, broccoli, cicoria, erbette, coste, cime di rapa e cavolo nero.

Assumere questi vegetali riduce lo stress ossidativo e quindi l’ossidazione dei lipidi; di contro lo scarso apporto di vegetali a foglia verde potrebbe ridurre la disponibilità di Omega 3.

Gli scienziati hanno evidenziato anche come il metabolismo dei lipidi dipenda anche da una buona flora batterica intestinale, la cui composizione è influenzata dalla quantità di fibra e polifenoli assunti con una alimentazione ricca di frutta e verdura.

Fonte in inglese: US National Library of Medicine

Omega-3: un toccasana anche per l’intestino

Un recente studio dell’Università di Nottingham e del King’s College London, pubblicato su Scientific Reports, ha evidenziato che gli Omega-3 contribuiscono a far funzionare bene e regolarmente la “macchina” intestinale, mettendola al riparo da disturbi e patologie.

Gli studiosi hanno preso in esame 876 donne, sottoposte a un prelievo ematico per verificare i loro livelli di Omega 3.
Dai dati raccolti è emerso che le persone che possedevano concentrazioni più elevate di Omega 3 nel sangue, avevano anche una flora intestinale più ricca di batteri “buoni”, in grado di garantire il benessere del microbioma e di metterlo al riparo da alcune patologie.

Una corretta assunzione di Omega-3 comporta quindi una migliore funzionalità dei processi intestinali, intervenendo anche in forma preventiva contro patologie quali diabete, colite e morbo di Chron.
Come spiega la co-autrice dello studio Cristina Menni, i ricercatori hanno scoperto che «batteri specifici che sono stati legati a una minore infiammazione e a un minore rischio di obesità risultavano aumentati nelle persone con una maggiore assunzione di acidi grassi Omega 3».
Non solo: è stato rilevato che molti di questi acidi grassi nel sangue sono correlati con alti livelli di un composto denominato N-carbamilglutamato (NCG) nell’intestino, che negli animali ha dimostrato di ridurre lo stress ossidativo intestinale.

Fonte in italiano: Agenzia ANSA

Depressione dopo vacanza? Gli Omega-3 ti aiutano

Apatia, stanchezza, tristezza e malumore: quando le giornate rilassanti in spiaggia o le rigeneranti passeggiate nei boschi sono solo un ricordo, ecco che si presenta puntuale il post-vacation blues, ovvero la temuta sindrome da rientro.

La sindrome da rientro è un disturbo dell’adattamento, che può fare la sua comparsa quando si passa da un periodo di relativo riposo a un periodo di impegni, tipicamente al rientro dalle vacanze.
I sintomi della sindrome da rientro sono giustificati dall’effetto dello stress sull’asse ipotalamo-ipofisi-surreni.
Gli eventi stressanti, che possono favorire la comparsa della sindrome sono legati alla ripresa delle normali attività a cui non si è più abituati.
L’allentamento delle tensioni tipico del periodo estivo aveva fatto in modo che questo delicato sistema si mettesse un po’ a riposo rispetto al ritmo abituale.
Il rientro alla vita normale, specie se repentino, costringe il sistema (in particolare i surreni) a un superlavoro, cui non è immediatamente pronto, e così diventa normale avere qualche difficoltà a rispondere alle esigenze della vita di sempre.

Per affrontare lo stress e la stanchezza da rientro, gli Omega 3, sono ottimi alleati.
Infatti gli Omega-3, regolando la produzione di serotonina e dopamina, favoriscono la calma, la coordinazione e l’equilibrio dell‘umore.
L’assunzione di Omega-3 migliora infatti molti sintomi tipici degli stati depressivi, quali:
– stati ansiosi
– tristezza
– mancanza di energie
– diminuzione della libido
– insonnia

Per migliorare i sintomi e’ consigliabile assumere 3 capsule di A-M B-Well PGFO oppure mezzo cucchiaino da tè di Liquid Gold al giorno in prossimità di un pasto principale per almeno 3 mesi, poiché gli effetti dell’integrazione saranno visibili progressivamente nel tempo.

Rischio di morte cardiaca ridotto del 30% con gli Omega-3

Gli scienziati della Midwest Biomedical Research e dellaJohns Hopkins University (USA), grazie a una meta analisi di ben 14 studi, hanno raccolto i dati di oltre 70.000 persone e hanno confrontato le frequenze degli eventi di morte cardiaca tra i soggetti che consumavano Omega-3come integratori o come farmaci e quelli di controllo che non ne facevano uso.

La ricerca, pubblicata sul Journal of Clinical Lipidology, ha evidenziato che il consumo di integratori alimentari di Omega-3 riduce il rischio di morte cardiaca fino al 30% in coloro che assumono almeno un grammo al giorno di Omega-3 EPA e DHA.

Questi dati suggeriscono come i supplementi di Omega-3 possono rappresentare una strategia efficace e priva di effetti collaterali per la prevenzione di malattie cardiache e della morte cardiaca improvvisa, che rappresenta da sola il 50% di tutti i decessi per malattie cardiovascolari.

Bruce Holub, professore emerito dell’università di Guelph (Canada), ha sottolineato come questa ricerca suggerisce che la maggior parte degli adulti potrebbe essere protetto dalla morte cardiaca improvvisa grazie ad un aumento del consumo di Omega-3.

Fonte in inglese: Journal of Clinical Lipidology

5 motivi salvavita per assumere Omega-3

omega-3Oltre 30 mila studi sugli Omega-3 mostrano i loro benefici in molti campi, dalla riduzione del rischio cancro alla salute degli occhi, del cervello, del sistema nervoso fino a quella della pelle e dei capelli.

Ma quali sono i 5 principali motivi salvavita riconosciuti dalla comunità medica che devono portarci a considerare di integrare con gli Omega-3 la nostra alimentazione?

 

  1. Riduzione del rischio di morte per problemi cardiaci. Dal 2004, ognuna delle tredici meta analisi che hanno raccolto i dati provenienti da numerosi studi su gli Omega-3, hanno trovato una significativa riduzione statistica della mortalità, dal 9 al 35%
  2. Diminuzione dei trigliceridi. Ben ventuno meta analisi dimostrano una riduzione dal 20 al 40% dei trigliceridi, un importante fattore di rischio cardiovascolare.
  3. Riduzione della pressione sanguigna. Tre meta analisi hanno evidenziato riduzione statisticamente significative della pressione sistolica e diastolica. Assumere Omega-3 è efficace quanto aumentare l’attività fisica, oppure ridurre il consumo di alcolici o sodio.
  4. Miglioramento dei fattori di rischi cardiaco. Gli Omega-3 mantengono i vasi sanguigni sani, e diminuiscono la frequenza cardiaca, riducendo così l’affaticamento cardiaco.
  5. Impatto positivo sulla salute pubblica. Un report del Global Burden of Disease ha stimato che bassi livelli di Omega-3 nell’alimentazione hanno portato globalmente nel 2013 a circa 1 milione di morti.

Per garantirti un apporto sufficiente di Omega-3, assumi ogni giorno 3 capsule di Omega-3 PGFO oppure 1 cucchiaino di Liquid Gold.

Omega-3 per un cervello sano

Ricercatori della Columbia University e del Taub Institute di New York hanno presentato i risultati di uno studio che ha stabilito l’esistenza di una relazione tra alimentazione e demenza.

Grazie a un indice denominato INP (inflammation-related nutrient pattern), che si basa sulla combinazione di 24 nutrienti, gli studiosi hanno verificato l’impatto del cibo sul cervello.
Ad esempio, un’alimentazione ricca di nutrienti come gli Omega-3 fa ridurre l’INP mentre una dieta con limitata presenza di Omega-3 ne aumenta il valore.
Alti valori di INP significano una ridotta materia grigia nel cervello, associato a peggiori funzioni cognitive visivo-spaziali.

Le conclusioni dei ricercatori sono stati che un maggior consumo di nutrienti infiammatori (zuccheri, grassi saturi, alcol, sale) porta ad un peggioramento delle condizioni della materia grigia e possono favorire l’insorgenza di forme di demenza senile come l’Alzheimer.
Invece un’alimentazione ricca di elementi benefici come gli Omega-3, il calcio e alcune vitamine, come la E, la D, la B2 e la B5, abbassa l’indice INP e riduce il rischio di malattie.

Fonte in italiano: Blasting news