Omega-3: un aiuto per la congiuntivite allergica

Piante che fioriscono, clima mite, tripudio di colori e il risveglio della natura: è la primavera, una rinascita dopo il lungo periodo invernale che invita grandi e piccini a trascorrere maggior tempo all’aria aperta.
Per molti, però stare fuori può diventare un problema: sono infatti circa 20 milioni le persone che in Italia soffrono di disturbi legati alle allergie stagionali.

Secondo uno studio della giapponese Juntendo University, gli Omega-3 attenuano la congiuntivite allergica, sia nelle fasi iniziali che tardive, attraverso la loro attività antinfiammatoria.

La congiuntivite allergica è un processo infiammatorio a carico della congiuntiva indotto da un qualsiasi allergene, sia questo una sostanza chimica (es. soluzioni delle lenti a contatto) o naturale (es. pollini).

I ricercatori dell’università hanno condotto uno studio su cavie a cui era stata fornita un’alimentazione ricca di Omega-3 o Omega-6.
Nel gruppo che ha ricevuto Omega-3 è risultato soppresso completamente il prurito associato alla congiuntivite allergica, mentre nel gruppo che ha ricevuto Omega-6 il sintomo si è presentato normalmente.

Gli autori hanno concluso: “Questo studio ha rivelato che gli acidi grassi Omega-3 alleviano la congiuntivite allergica sia nelle fasi iniziali che tardive sopprimendo la produzione di vari mediatori lipidici pro-infiammatori.  L’utilizzo di Omega-3 nell’alimentazione può essere un approccio sicuro e pratico per la prevenzione e la terapia della congiuntivite allergica.”

Fonte : Federation of American Societies for Experimental Biology Journal

Glaucoma: gli Omega-3 riducono il rischio

Glaucoma

Uno studio pubblicato sulla rivista Translational Vision Science & Technology da due ricercatori dell’Università di Melbourne (Australia), evidenzia che bastano solo tre mesi di trattamento con supplementi di Omega-3 a ridurre dell’8% la pressione dell’occhio, il principale fattore di rischio per il glaucoma, una patologia che colpisce il nervo ottico causando danni irreversibili alla vista.

Gli Omega-3 infatti, oltre ad essere implicati nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, iperlipidemie e condizioni infiammatorie, hanno effetti positivi sulla salute degli occhi.
Nella ricerca sono stati analizzati i dati di 105 giovani adulti, 73 donne e 32 uomini, tra i 33 e i 38 anni di età, senza alcuna diagnosi passata o presente di glaucoma e con una pressione intraoculare normale.
I partecipanti hanno ricevuto in modo casuale una capsula contente Omega-3 oppure un placebo (olio di oliva).
Dopo tre mesi di trattamento è stata misurata nuovamente la pressione intraoculare, mostrando una riduzione di circa l’ 8% nei volontari che avevano ricevuto l’integrazione con Omega-3, mentre la pressione era leggermente aumentata nel gruppo di controllo che aveva ricevuto l’olio di oliva.

Gli effetti benefici sull’occhio sono dovuti ad una modulazione del microcircolo oculare attraverso la regolazione vascolare, oltre che alle proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive proprie degli Omega-3.
Secondo gli autori dello studio, la ricerca è al momento la prima a dimostrare una riduzione della pressione intraoculare negli esseri umani, confermando quelli precedenti condotti su animali.

Fonte : National Center for Biotechnology Information, U.S. National Library of Medicine

Quanti Omega-3 servono per rinforzare i tuoi muscoli?

Numerose ricerche hanno studiato l’effetto del’olio di pesce sulle vie metaboliche che sono alla base della crescita muscolare, mostrando un aumento significativo della risposta anabolica e della sintesi proteica muscolare.

L’allenamento provoca infatti stress fisiologico corporeo e stress ossidativo sui sistemi biologici, richiedendo una risposta coordinata dai sistemi cardiovascolare, polmonare e nervoso per aumentare il flusso sanguigno e l’apporto di ossigeno in modo da ridurre i livelli di infiammazione., tutti campi in cui i benefici degli Omega-3 sono di aiuto.

A tale riguardo, gli Omega-3 sono stati recentemente considerati un integratore ergogenico (cioè in grado di determinare un miglioramento delle performance fisiche), in quanto vi sono prove dei loro effetti positivi sulle prestazioni in allenamento, il miglioramento dei tempi di recupero, la riduzione del rischio di malattia e una migliore performance nella competizione ad alto livello. Inoltre, è stato dimostrato un effetto sull’umore e sullo stato emotivo.

Una review pubblicata nel dicembre 2018 su Nutrients da un gruppo di ricercatori italiani ha mostrato come l’olio di pesce migliora l’efficienza e il recupero dall’esercizio fisico e previene le lesioni durante l’allenamento intenso.

Tra i molti studi citati nella review, in particolare viene riportato che:
–  2g al giorno di Omega-3 per 5 settimane (equivalenti a 3 capsule di A-M B-Well PGFO oppure 1 cucchiaino scarso di Liquid Gold) hanno ridotto il dolore muscolare e migliorato la forza muscolare nei giocatori professionisti di Rugby;
– 1,1g al giorno di Omega 3 per 4 settimane (equivalenti a 2 capsule di A-M B-Well PGFO oppure mezzo cucchiaino scarso di Liquid Gold) hanno portato un aumento significativo dell’assorbimento massimo di ossigeno e della funzione endoteliale;
– Una supplementazione di sei mesi con 5,2g di Omega-3 al giorno (equivalenti a 8 capsule di A-M B-Well PGFO oppure 1 cucchiaino e mezzo di Liquid Gold) ha portato ad un aumento della massa e della funzione muscolare;
– 3,2 g al giorno di Omega-3 (equivalenti a 5 capsule di A-M B-Well PGFO oppure 1 cucchiaino di Liquid Gold) hanno significato un aumento della sintesi proteica muscolare nelle persone anziane;

Ma anche solo 0,7g di Omega-3 al giorno (equivalenti a 1 capsula di A-M B-Well PGFO oppure poche gocce di Liquid Gold) per 150 giorni hanno portato a un aumento della coppia massima e dello sviluppo della coppia nei muscoli estensori del ginocchio, flessori, plantari e dorsiflessori.

Fonte : Nutrients 2019, 11(1)

Quale Omega 3 aiuta a vivere meglio e ad ammalarsi meno?

Il British Medical Journal ha pubblicato, nell’ottobre del 2018, i risultati di uno studio straordinariamente lungo e affidabile sugli Omega-3.

La ricerca ha evidenziato su oltre 2.600 anziani (età media 74 anni), seguiti dal 1992 al 2015, che la maggiore presenza di Omega-3 a livello ematico era correlata con un maggiore stato di benessere.

Le persone seguite all’inizio del periodo di osservazione non avevano patologie croniche rilevanti (come malattie cardiovascolari, cancro, malattie polmonari, malattie renali severe o disfunzioni cognitive).
Alla fine dei 23 anni di osservazione, malattie di questo tipo si sono presentate nell’89% dei soggetti, ma coloro che avevano un livello di Omega-3 più elevato hanno avuto un rischio di ammalarsi nettamente ridotto, in misura del 20%.

Gli autori hanno evidenziato in particolare il legame tra alti livelli di Omega-3 di origine marina EPA e basso rischio di malattie in età avanzata (che potrebbe riguardare il ruolo dell’EPA nella regolazione della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e dell’infiammazione), mentre non sono stati riscontrati effetti positivi dagli Omega-3 di origine vegetale ALA.

I ricercatori hanno affermato che “Queste scoperte … supportano le linee guida [che consigliano] un maggiore consumo di Omega-3 per le persone anziane”.
Ma i risultati supportano anche un maggiore consumo di Omega-3 tra persone di tutte le età, perché occorrono decenni per sviluppare malattie, e non ha senso aspettare.

Una capsula di A-M B-Well PGFO oppure 1 ml di Liquid Gold contengono 400 mg di EPA di origine marina.

Fonte : PubMed US National Library of Medicine National Institutes of Health

Stai assumendo abbastanza Omega-3?

Una ricerca americana pubblicata su Prostaglandins, Leukotrienes and Essential Fatty Acids ha appurato che il consumo di due porzioni di pesce a settimana, come abitualmente raccomandato, non è sufficiente per raggiungere il livello desiderabile di Omega-3.

Due studi trasversali su 3.458 persone hanno infatti confrontato i livelli degli Omega-3 EPA e DHA consumati con il pesce e il loro livello nelle membrane cellulari dei globuli rossi, che indica il reale livello di queste sostanze benefiche nell’organismo.
In particolare è stato evidenziato che solo coloro che assumevano integratori, oltre a consumare tre pasti con alimenti ricchi di EPA e DHA alla settimana, raggiungevano un valore sufficiente.

Gli scienziati hanno quindi rilevato che per ottenere la quantità raccomandata dall’American Heart Association di Omega-3 nel sangue, due porzioni di pesce a settimana non sono sufficienti.
Gli autori della ricerca suggeriscono che sarebbero necessarie nuove raccomandazioni, in quanto sono in realtà necessarie 4-5 porzioni alla settimana di pesce ricco in Omega-3 per raggiungere le dosi ottimali, oppure utilizzare un integratore di olio di pesce che fornisca almeno 950 mg al giorno di EPA e DHA.

Utilizzando i prodotti A-M B-Well ad elevata concentrazione e purezza, sono sufficienti 2 capsule di PGFO capsule oppure 2 ml di Liquid Gold al giorno per raggiungere i livelli ematici di Omega-3 raccomandati nello studio.

Fonte : Prostaglandins, Leukotrienes and Essential Fatty Acids

Gli Omega-3 aiutano a dimagrire, ecco perché

E’ ormai noto i preziosi acidi grassi essenziali Omega-3 ci fanno dimagrire perché:
1. stimolano l’utilizzo dei grassi di deposito
2. regolano l’insulina, ormone che se in eccesso provoca l’ingrassamento
3. riducono l’infiammazione cellulare nel tessuto adiposo, in modo che le cellule adipose non vengano stimolate a proliferare
4. riducono la sensazione della fame.

Due nuove ricerche hanno evidenziato ulteriori benefici in questo campo.
Un gruppo di scienziati giapponesi ha infatti scoperto che gli Omega-3 sono in grado di trasformare le cellule di grasso ‘cattivo’ dell’organismo in altre sane che bruciano le calorie.
Lo studio ha evidenziato che gli Omega-3 trasformano le cellule di grasso bianco (che contribuisce ad ingrandire pancia, maniglie dell’amore e cosce) in quello beige, che invece brucia le calorie.
L’indagine ha mostrato che quando l’alimentazione delle cavie è stata integrata con olio di pesce, gli animali hanno perso fino al 10% di peso e fino al 25% di grasso, due aspetti che potrebbero contribuire ad allungare la vita.
Secondo gli scienziati infatti un ulteriore vantaggio di un’alimentazione ricca di Omega-3 è proprio la longevità .

Una seconda ricerca ha invece verificato se l’assunzione di Omega-3 fosse in grado di agire modificando l’incremento di peso su base genetica.
Studiando i risultati su ben 3 gruppi indipendenti di soggetti si è evidenziata una relazione lineare tra l’assunzione di Omega-3 e l’attenuazione dell’associazione genetica con l’aumento di peso: più Omega-3 si introducevano e minore era l’aumento di peso.

Associare gli Omega-3 ad una corretta alimentazione ed attività fisica è sicuramente un modo per moltiplicarne i benefici.

Fonte studio 1: Kyoto University
Fonte studio 2: PubMed US National Library of Medicine

Con Quanto Olio di Pesce Riduci il Rischio di Infarto del 50%?

Il prestigioso New England Journal of Medicine ha pubblicato due importanti studi indipendenti su larga scala che confermano gli effetti benefici degli Omega-3 di origine marina nella prevenzione dell’infarto e altri gravi eventi cardiovascolari.

Negli studi, presentati all’American Heart Association Scientific Sessions 2018, sono stati coinvolti oltre 33 mila persone.

Nella prima ricerca, denominata VITAL, sono stati controllati gli effetti degli Omega-3 negli uomini sopra i 50 e nelle donne sopra i 55 anni senza malattie cardiovascolari.
Il trattamento ha previsto l’assunzione quotidiana di 1 g di olio di pesce ad alta concentrazione e purezza  per circa 5 anni.
I risultati mostrano come l’integrazione con Omega 3 riduce del 28% il rischio di infarto del miocardio, del 50% il rischio di infarti fatali e del 17% il rischio di coronaropatie.

Il secondo studio (REDUCE-IT) ha invece evidenziato che, nei pazienti con trigliceridi alti, assumere Omega 3 riduce del 31% il rischio di infarto del miocardio, del 28% il rischio di ictus, del 20% il rischio di morire per cause cardiovascolari e del 13% la mortalità totale.

La Dott.ssa JoAnn E. Manson, autrice dello studio VITAL, ha affermato che “a trarre maggiori benefici dagli integratori di Omega 3 è stato chi mangiava poco pesce. Pensiamo che sia ragionevole parlare con il proprio medico della possibilità di assumere questi integratori”.

Basta quindi anche un solo grammo di olio di pesce ad alta concentrazione e purezza (equivalente ad 1 capsula di A-M B-Well PGFO oppure 1 ml di Liquid Gold) al giorno per ottenere i benefici descritti negli studi.

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Fonti in inglese:
Studio VITAL 
Studio REDUCE-IT

Gli Omega-3 combattono l’ansia in 4 modi diversi

Una review condotta dai ricercatori del City College di New York ha evidenziato quattro modalità di azione con cui gli Omega-3 possono alleviare i sintomi di ansia.

Sono stati esaminati 6 studi precedenti, per un totale di 496 partecipanti.
La ricerca ha evidenziato quattro effetti benefici degli Omega-3 che portano al miglioramento della sintomatologia ansiosa.

– Il primo è il ben noto effetto antinfiammatorio degli Omega-3, in quanto l’infiammazione è un potente induttore di molte malattie, alcune delle quali anche gravi.
Molti disturbi psichici e problemi mentali fanno spesso parte di una condizione di infiammazione diffusa in cui gli ovvi sintomi fisici si sommano a quelli neurologici.

– Il secondo fattore anti-ansia è l’effetto degli Omega-3 sul BDNF, una importante proteina che stimola la creazione di nuove cellule cerebrali.
Il BDNF è anche molto importante per il mantenimento e la salute dei neuroni già esistenti; inoltre il sistema nervoso periferico degenera rapidamente senza il sostegno del BDNF.
Gli Omega-3 sono associati a livelli più alti di questa proteina.

– Il terzo effetto con cui gli Omega-3 contrastano l’ansia è attraverso la significativa riduzione dei livelli di cortisolo, il principale ormone dello stress.
Elevati livelli di cortisolo interferiscono anche con l’apprendimento e la memoria, abbassano le funzioni del sistema immunitario e la densità ossea, incrementano l’aumento di peso, la pressione sanguigna, il colesterolo, le malattie cardiache.

– Infine il quarto modo con cui gli Omega-3 ci proteggono dall’ansia è grazie alla modulazione della variabilità del battito cardiaco.
Una minore variabilità (il tempo tra i battiti del cuore) è associata a livelli più alti di ansia, oltre che essere associata ad un aumento della mortalità totale, della morte improvvisa e degli eventi aritmici.

Uno degli studi presi in esame per la review (una ricerca di Janice Kiecolt-Glaser e colleghi dell’Ohio State University) dimostra che una dose giornaliera di 2,5 grammi di Omega-3 riduce del 20% i sintomi dell’ansia.
2,5 g di Omega-3 equivalgono a circa 3 capsule di PGFO capsule e mezzo cucchiaino di Liquid Gold.

Fonte in inglese: Nutritional Neuroscience

Quale Omega-3 protegge meglio i tuoi occhi?

In una video intervista pubblicata su NutraIngredients-USA il Dr. John Paul SanGiovanni, capo dell’unità di Genetica in Neuroscienze Nutrizionali, che fa parte di una divisione del National Institutes of Health americano, ha affermato che benchè i carotenoidi siano gli elementi nutrizionali più noti per la salute degli occhi, anche gli Omega-3 giocano un importante ruolo chiave.

Il Dr. SanGiovanni, la cui ricerca sulla salute degli occhi è stata citata più di 12.000 volte, ha affermato che sia l’Omega-3 DHA che l’Omega-3 l’EPA hanno ruoli critici nella retina, che è uno dei tessuti metabolicamente più attivi nel corpo.

“La concentrazione di DHA nella retina è di gran lunga superiore rispetto a qualsiasi altro tessuto. Infatti circa il 60% dei lipidi nella retina sono DHA “, ha detto il ricercatore.

Il DHA rende le membrane cellulari della retina molto fluide, permettendo alle proteine che risiedono nella membrana di muoversi, mantenendo così le cellule in salute.

La ricerca ha dimostrato che le persone che assumono quantità maggiori di EPA e DHA hanno un rischio inferiore di circa il 30% – 40% di sviluppare AMD – degenerazione maculare senile, che nei paesi industrializzati è la prima causa di ipovisione nei soggetti di età superiore ai 50 anni. Il Dr. SanGiovanni ha evidenziato che questo risultato è stato verificato almeno dieci volte con studi scientifici.

Nel caso dell’EPA, il Dr.San Giovanni ha affermato che questo acido grasso essenziale non ha lo stesso ruolo strutturale nelle membrane cellulari come il DHA. Ma che l’EPA è comunque fondamentale per il corretto funzionamento della segnalazione cellulare, che richiede una risposta molto rapida dalla cellula della retina.

 Fonte in inglese: NutraIngredients-USA

Omega-3 contro i dolori muscolari

Diversi studi hanno dimostrato la capacità degli Omega-3 di modulare i livelli di infiammazione, lo stress ossidativo e migliorare il recupero e la resistenza fisica.

Proprio in quest’ultimo campo in una review pubblicato su Nutrients, i ricercatori giapponesi della Hosei University e della Teikyo Heisei University hanno esaminato diversi studi su come gli Omega 3 influenzino i muscoli rispetto all’esercizio fisico.

In particolare gli studiosi si sono concentrati su gli effetti nei muscoli a seguito di attività che includevano contrazioni eccentriche (ECC).
Gli ECC si verificano in molte attività come scendere le scale, correre in discesa, abbassare pesi o fare flessioni o pull-up.
Gli Omega-3 EPA e DHA hanno dimostrato di inibire i deficit muscolari, i dolori e i marcatori infiammatori che di solito si verificano 1-2 giorni dopo aver fatto esercizi con ECC.

I risultati della revisione hanno evidenziato che più lungo è stato il periodo di assunzione di integratori di Omega-3 EPA e DHA, migliori sono stati i risultati (EPA e DHA richiedono una integrazione da 30 a 60 giorni per inibire efficacemente i deficit di forza muscolare).

Per quel che riguarda il DOMS (indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata), gli autori della review hanno dichiarato che EPA e DHA hanno dimostrato un effetto dipendente dalla dose (è necessario assumere almeno 1 grammo di Omega-3 al giorno) ed hanno raccomandato un rapporto di 2: 1 tra EPA e DHA per un impatto sinergico sull’attenuazione del DOMS.

 Fonte in inglese: Nutrients 10(5): 2018