Il British Medical Journal ha pubblicato, nell’ottobre del 2018, i risultati di uno studio straordinariamente lungo e affidabile sugli Omega-3.
La ricerca ha evidenziato su oltre 2.600 anziani (età media 74 anni), seguiti dal 1992 al 2015, che la maggiore presenza di Omega-3 a livello ematico era correlata con un maggiore stato di benessere.
Le persone seguite all’inizio del periodo di osservazione non avevano patologie croniche rilevanti (come malattie cardiovascolari, cancro, malattie polmonari, malattie renali severe o disfunzioni cognitive).
Alla fine dei 23 anni di osservazione, malattie di questo tipo si sono presentate nell’89% dei soggetti, ma coloro che avevano un livello di Omega-3 più elevato hanno avuto un rischio di ammalarsi nettamente ridotto, in misura del 20%.
Gli autori hanno evidenziato in particolare il legame tra alti livelli di Omega-3 di origine marina EPA e basso rischio di malattie in età avanzata (che potrebbe riguardare il ruolo dell’EPA nella regolazione della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e dell’infiammazione), mentre non sono stati riscontrati effetti positivi dagli Omega-3 di origine vegetale ALA.
I ricercatori hanno affermato che “Queste scoperte … supportano le linee guida [che consigliano] un maggiore consumo di Omega-3 per le persone anziane”.
Ma i risultati supportano anche un maggiore consumo di Omega-3 tra persone di tutte le età, perché occorrono decenni per sviluppare malattie, e non ha senso aspettare.
Una capsula di A-M B-Well PGFO oppure 1 ml di Liquid Gold contengono 400 mg di EPA di origine marina.
Fonte : PubMed US National Library of Medicine National Institutes of Health