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L’Olio di Pesce aiuta la salute del cervello

Gli integratori di olio di pesce aiutano la salute del cervello e migliorano le capacita’ cognitive.

Lo hanno dimostrato i ricercatori dell’Alzheimer’s Disease and Memory Disorders Center di Providence (Stati Uniti), guidati da Lori Daiello. Secondo i loro risultati, che sono stati resi noti all’International Conference on Alzheimer’s Disease di Parigi (Francia), l’assunzione di olio di pesce e’ correlata a un maggior volume delle aree del cervello responsabili della memoria e del pensiero e a una diminuzione dell’ampiezza delle cavita’ cerebrali, i ventricoli.

Allo stesso tempo, chi assume questi integratori ha migliori capacita’ cognitive.

Fonte:
Agenzia Asca 02/08/2011

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Gli Omega-3 salvano la vita

Randall McCloy
Randall McCloy

E’ ormai appurato che l’olio di pesce di grado farmaceutico è uno strumento potentissimo che ci permette di mantenerci lucidi ed in buona salute a lungo, in grado di liberarci dallo spettro delle affezioni infiammatorie e degenerative e contrastando la demenza senile, la depressione e gli effetti nocivi dello stress.

L’esempio migliore della sua efficacia per la salute lo ha offerto l’incidente minerario avvenuto nel 2006 a Sago, nello stato americano del West Virginia.

L’unico sopravvissuto fu Randall McCloy, che presentava ustioni gravissime con danni cerebrali e renali, insufficienza cardiaca ed epatica.

La prognosi non lasciava molte speranze per la sua sopravvivenza, e nei migliori dei casi avrebbe avuto una vita puramente vegetativa.

Ad una settimana dal ricovero il neurochirurgo dott. Bailes che aveva in cura il paziente volle tentare di salvargli la vita con la terapia a base di Omega-3 che tempo prima aveva letto poteva rivelarsi efficace in pazienti in così gravi condizioni.

Bailes chiamò il dr.Barry Sears, il biochimico del MIT che ha condotto studi approfonditi sugli effetti sulla salute dell’olio di pesce di grado farmaceutico, che suggerì di somministrare 15 grammi al giorno di Omega-3 EPA e DHA contenuti nell’olio di pesce distillato e concentrato.

Dopo due mesi dall’inizio della terapia Randall McCloy uscì dal coma e per altri due mesi segui la stessa terapia in ospedale.

Dopo 4 mesi dal gravissimo incidente il minatore che era stato dato per spacciato e destinato ad una vita vegetativa poté lasciare l’ospedale con tutti gli organi normalmente funzionanti.

Le riviste mediche scrissero che la sua guarigione era stata un “miracolo”, ma in realtà si trattava dell’effetto che le alte concentrazioni di Omega 3 EPA e DHA avevano prodotto sul grave grado di infiammazione prodotto dall’avvelenamento da monossido di carbonio.

Come lieto fine della tragica vicenda, Randall e la moglie hanno avuto nella primavera del 2007 un bambino pieno di salute.

Il video della CNN sulla vicenda:
http://edition.cnn.com/videos/us/2014/01/18/ac-gupta-omega-3-help-for-brain-injuries.cnn

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L’olio di pesce previene l’artrosi

Una nuova ricerca dall’Inghilterra suggerisce che l‘olio di pesce può prevenire ed aiutare a rallentare la progressione dell’artrosi, una malattia degenerativa delle articolazioni che colpisce circa il 10% della popolazione adulta generale, e il 50% delle persone che hanno superato i 60 anni di età.

Il team di ricercatori dell’Università di Bristol in Gran Bretagna ha nutrito con una alimentazione ricca di omega-3 delle cavie con una predisposizione genetica a sviluppare artrosi ed ha scoperto che, rispetto ad un gruppo di controllo di animali alimentati con una dieta standard, l’alimentazione addizionata di olio di pesce riduce l’incidenza della malattia del 50 %.

Tra gli effetti positivi degli omega-3 sono stati rilevati una riduzione della degradazione del collagene nella cartilagine e una migliore ritenzione delle molecole che danno alla cartilagine le proprietà ammortizzanti.

Evidenze scientifiche hanno indicato che gli omega-3 influenzano la biochimica dell’artrosi, prevenendone l’insorgenza e rallentandone la progressione quando è già presente.

Il Dr. Tarlton, uno dei ricercatori, ha dichiarato che “l’alimentazione nel mondo sviluppato manca di omega-3. Assumendo omega-3 per aiutare a correggere questo squilibrio si può migliorare anche una serie di altri problemi di salute come malattie cardiache e la colite”.

Lo studio è stato pubblicato nel numero di settembre 2011 della rivista Osteoarthritis and Cartilage.

 

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Elogio del pesce

Prof. Eugenio Del Toma
docente di scienza dell’alimentazione

I prodotti ittici sono caratterizzati da un corredo di acidi grassi tipico e molto diverso da quello degli animali terrestri. Nei pesci prevalgono gli acidi grassi polinsaturi a catena lunga con una buona presenza della serie nota come “omega-3”, tra cui l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), implicati in molteplici regolazioni funzionali e strutturali.
Il DHA costituisce il 25-33% degli acidi grassi dei fosfolipidi cerebrali e il 40-50% nella retina. L’uomo può ricavare tali acidi grassi dal loro precursore, l’acido linolenico; tuttavia, tale capacità è ridotta in alcune situazioni patologiche (diabete, squilibri ormonali), nel digiuno, nell’invecchiamento, quando la ridotta attività dell’enzima desaturasi diminuisce di efficienza e quindi si riduce la possibilità di tale trasformazione.
Dall’EPA derivano prostaglandine dotate di azione fluidificante del sangue, quindi antitrombotica, vasodilatatrice ed anti-infiammatoria, in grado di contrastare l’effetto di altri derivati metabolici degli acidi grassi omega-6 con funzioni antagoniste.
L’influenza positiva degli omega-3 si estende anche al settore delle patologie auto-immuni, inoltre riguarda positivamente i lipidi circolanti tramite la riduzione della sintesi epatica di colesterolo, acidi grassi e trigliceridi.
Per questi ed altri motivi, l’American Dietetic Association ha incluso i prodotti ittici tra i “functional foods”, e la quantità di omega-3 da inserire nella dieta giornaliera (1 g/die) fa parte delle normali raccomandazioni dietetiche.

Fonte: La Repubblica Salute 04/12/2008 (estratto)

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