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Gli Omega-3 riducono il grasso nel fegato

Gli Omega-3 riducono il grasso nel fegato e migliorano la sensibilità all’insulina, riducendo quindi anche la formazione di grasso corporeo.

I ricercatori delle Università Oxford, Southampton e Surrey (Regno Unito) hanno infatti evidenziato come una integrazione di 4 grammi di Omega-3 al giorno riduce l’accumulo di grassi a livello epatico, migliora la sensibilità all’azione dell’insulina e riduce la presenza dei marcatori dell’infiammazione.

Gli Omega-3 hanno ridotto la quantità di nuovo grasso depositato nel fegato, oltre che una riduzione del 26% del contenuto di grasso nell’organo.

La ricerca, della durata di 18 mesi, ha coinvolto 24 pazienti affetti da steatosi epatica non alcolica suddivisi in due gruppi: 12 hanno seguito una integrazione giornaliera con 1,84 grammi di DHA e 1,56 grammi di EPA, mentre gli altri pazienti hanno ricevuto un placebo a base di olio di oliva.
La maggioranza del gruppo che aveva assunto Omega-3 ha avuto un aumento di DHA nelle membrane dei globuli rossi maggiore del 2%, mostrando i benefici descritti sopra.

Le dosi utilizzate in questo studio equivalgono a circa 8 capsule di A-M B-Well PGFO oppure 2 cucchiaini da tè di Liquid Gold al giorno, ma la posologia consigliata per ottenere benefici e’ di 3 capsule di PGFO capsule e 1 cucchiaino di Liquid Gold al giorno per almeno 3 mesi.

Fonte in inglese: PUBMED US National Library of Medicine

Meglio un integratore in forma di estere etilico (EE) oppure di trigliceride naturale (TG)?

L’olio di pesce di Grado Farmaceutico nella forma di Trigliceride Naturale (TG) ha dimostrato di essere l’integratore di Omega-3 migliore in assoluto.

E le evidenze scientifiche continuano a darci ragione.

La struttura chimica in cui gli omega-3 EPA e DHA si trovano naturalmente nell’olio di pesce è quella dei trigliceridi (TG), ed è la stessa presente in A-M B-Well PGFO.
Esistono in commercio degli integratori di Omega-3 ad alta concentrazione che hanno invece la struttura chimica di estere etilico (EE). Qual è la differenza?

Una struttura diversa influisce sull’assorbimento degli Omega-3: infatti secondo alcuni studi scientifici (vedi sotto), la forma naturale trigliceride (TG) è molto più biodisponibile rispetto alla forma sintetica EE, questo significa che è possibile assumere una quantità minore di omega-3 in forma TG per ottenere gli stessi benefici.
Con paragone l’olio di pesce naturale 100%, la base TG assicura una biodisponibilità del 124%, mentre la forma EE  solo del 73% .


Questo probabilmente avviene perchè la lipasi (enzima digestivo dei grassi), riesce meglio a rompere i legami carbonici degli omega-3 EPA e DHA nella forma naturale TG.

La  produzione di Omega-3 in forma TG implica dei costi dal 50% a 80% maggiori rispetto a quelli in forma EE, vediamo perchè.

Attraverso la Short Path Distillation (distillazione a pressione ridotta e quindi a ridotta temperatura di evaporazione) vengono rimossi dall’olio di pesce crudo gli acidi grassi liberi, i metalli pesanti, i composti colorati ed altre impurità, rendendo l’olio molto più puro.

Durante questo processo avviene anche la concentrazione degli oli di pesce che porta ad un contenuto di omega­-3 totali del 60 – 70%.

La produzione degli oli concentrati di grado farmaceutico richiede diversi passaggi:

  1. deacidificazione: questo passaggio elimina gli acidi grassi liberi, causa della rottura dei trigliceridi per via dell’ossidazione (irrancidimento)
  2. etil­esterificazione (trasformazione in EE) e concentrazione: gli esteri etilici degli acidi grassi si ottengono trattando l’olio trigliceride con etanolo non acquoso e un catalizzatore
  3. distillazione molecolare avanzata: lavorando sottovuoto spinto si abbassa il punto di ebollizione degli esteri etilici, il che permette di separare gli acidi grassi a lunga catena da quelli a catena corta. Questa tecnica rende possibile la produzione di oli con concentrazioni e rapporti EPA/DHA differenti.
  4. frazionamento per rimuovere i grassi saturi
  5. filtrazione con urea: l’urea viene aggiunta all’olio per formare complessi di inclusione con gli acidi grassi saturi e monoinsaturi. I complessi con l’urea vengono rimossi per filtrazione. L’olio che si ottiene dopo la filtrazione presenta una concentrazione più alta di EPA e DHA.
  6. decolorazione: vengono rimossi dall’olio i pigmenti colorati e altri composti di ossidazione. Vengono aggiunte all’olio terre decoloranti, che assorbono questi composti e vengono poi rimosse per filtrazione. Se l’olio di pesce crudo conteneva valori elevati di
    idrocarburi policiclici aromatici (IPA), durante questa fase del processo verrà aggiunto il carbone attivo per rimuovere questi composti.
  7. deodorizzazione: L’olio viene deodorizzato facendolo passare attraverso un flusso di vapore lavorando sottovuoto per un breve periodo di tempo per rimuovere i componenti volatili che rappresentano la principale causa del sapore ed odore dell’olio.
  8. aggiunta di vitamina E: Vengono aggiunti antiossidanti in forma di tocoferoli naturali in conformità a quanto previsto dalla legge.

Da questo processo si ottiene un olio in forma EE (estere etilico).
Il nostro prodotto subisce un passaggio produttivo  in più (la riesterificazione con metodo enzimatico) per riportare gli acidi grassi omega-­3 nella forma trigliceride TG, la forma che offre più vantaggi e benefici:

  • migliore assorbimento degli attivi
  • maggiore  stabilità
  • migliore digeribilità del prodotto

Questo passaggio produttivo in più implica dei costi dal 50% all’80% maggiori rispetto ai prodotti in forma di EE. Ma assicura un prodotto di qualità eccellente.

Un recentissimo studio, pubblicato su “Lipids in Health and Disease”, ha comparato le principali forme in cui gli Omega-3 possono essere prodotti.

Il termine di paragone e’ stata la concentrazione nel sangue. In questo modo e’ stato possibile verificare con quale tipo di Omega-3 e’ necessario assumere una minore quantita’ di prodotto per ottenere gli stessi effetti benefici sulla salute.

Nello studio, condotto su 35 volontari, sono stati confrontati quattro tipi diversi di integratori: olio di pesce concentrato nella forma trigliceride (TG), olio di pesce concentrato nella forma estere etilico (EE), Olio di Krill (un piccolo crostaceo), olio di salmone.

La ricerca ha mostrato che tutte le forme di Omega-3 erano benefiche per i volontari.

Ma coloro che avevano assunto olio di pesce concentrato nella forma di Trigliceride Naturale (TG) avevano una quantita’ di Omega-3 maggiore nel sangue rispetto agli altri prodotti, addirittura di 4 volte rispetto all’olio di krill ed a quello di salmone.

Anche la riduzione del rischio cardiovascolare e’ stato decisamente maggiore per coloro che hanno assunto un integratore di olio di pesce concentrato TG.

Riferimento in inglese:
http://www.lipidworld.com/content/13/1/99/abstract 

Omega-3: un alleato naturale contro i dolori articolari

artrite omega-3Servono 2,5 g al giorno per almeno 3 mesi

Diversi studi internazionali hanno fornito numerose evidenze scientifiche che dimostrano come l’integrazione di Omega-3 abbia effetti antinfiammatori e antidolorifici anche sull’artrite reumatoide.

Gli effetti benefici di questa integrazione appaiono in genere dopo almeno 3 mesi di supplementazione con minimo 2,5 g al giorno di Omega-3 derivanti da olio di pesce di Grado Farmaceutico.

Negli studi l’olio di pesce migliorava sensibilmente il numero di articolazioni dolenti e tumefatte, oltre a permettere la riduzione dei farmaci antinfiammatori, diminuendo così anche gli effetti collaterali.
Anche secondo una ricerca pubblicato su Arthritis Care & Research nel febbraio 2018, gli Omega-3 riducono il dolore non accettabile e refrattario nei pazienti con artrite reumatoide precoce.
Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno valutato i dati di 591 casi inclusi in una ricerca epidemiologica sull’artrite reumatoide, uno studio prospettico caso-controllo basato sulla popolazione.

«Derivati importanti degli Omega-3 sono la resolvina, le protectine e le lipossine», hanno scritto la Dott.ssa Cecilia Lourdudoss, del Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia) e colleghi.
«Questi eicosanoidi hanno proprietà anti-infiammatorie, e le resolvine sono state collegate alla soppressione del dolore in modelli sperimentali».
«In conclusione, l’Omega-3 era inversamente associato, mentre il rapporto Omega-6/Omega-3 era direttamente associato al dolore non accettabile e refrattario», hanno scritto gli autori (in altre parole un eccesso di Omega-6 rispetto agli Omega-3 nell’alimentazione porta ad un aumento del dolore).
«L’associazione inversa tra Omega-3 e dolore refrattario può avere un ruolo nella soppressione del dolore nell’artrite reumatoide», hanno concluso i ricercatori.

Fonte in italiano: Pharmastar
Fonte in inglese: PUBMED US National Library of Medicine

Piu’ Omega-3, Meno Allergie

Omega-3 AllergieStudi precedenti avevano già mostrato come una integrazione di Omega-3 agisce efficacemente nel ridurre l’eccessiva risposta del sistema immunitario e la sua attivazione anche nei confronti di stimoli innocui (come ad esempio polvere, pollini, peli di animali, ecc.).

Un’analisi dell’Imperial College di Londra su 400 studi, che hanno coinvolto in totale un milione e mezzo di persone, ha mostrato come un’integrazione di Omega-3 alle gestanti dalla 20esima settimana di gravidanza e nei primi 3 o 4 mesi di allattamento può ridurre il rischio di sensibilizzazione agli allergeni alimentari.
Ad esempio riducono sensibilmente (del 30%) il rischio di allergia alle uova, molto diffusa nella prima infanzia.
In particolare, le donne prese in considerazione (circa 15mila) assumevano ogni giorno una capsula contenente olio di pesce ad alta concentrazione di Omega-3.

Al contrario, scrivono gli autori nell’indagine pubblicata su PLOS Medicine (e finanziata dalla Food Standards Agency, l’ente governativo inglese responsabile della sicurezza alimentare), evitare in gravidanza cibi potenzialmente allergenici – come nocciole, latte e derivati, uova – non incide minimamente sul rischio del bebè di sviluppare allergie o dermatite atopica.

Fonte in italiano: Corriere della Sera
Fonte in inglese: PLOS Medicine

Omega-3: bambini più intelligenti e sonno migliore

I bambini che mangiano il pesce almeno una volta a settimana dormono meglio ed hanno un quoziente di intelligenza più alto.
A sostenerlo è uno studio condotto dall’Università della Pennsylvania e pubblicato su Scientific Reports.

Già altri studi avevano dimostrato che gli Omega-3 contenuti nel pesce possono migliorare l’intelligenza e il sonno, due aspetti tra loro strettamente collegati perché si è visto che un buon rapporto con Morfeo migliora il quoziente di intelligenza.

Ma in questo studio per la prima volta i tre elementi – acidi grassi Omega-3 del pesce, qualità del sonno e quoziente di intelligenza – sono stati messi in relazione tra loro. Per lo studio, i ricercatori hanno chiesto a 541 bambini di età compresa tra i 9 e gli 11 anni di compilare dei questionari per sapere quanto pesce hanno mangiato e quindi misurare il loro QI (Quoziente di Intelligenza).
Ai loro genitori sono state poi chieste delle informazioni sulla qualità del loro sonno.
I ricercatori hanno scoperto che i bambini che hanno dichiarato di mangiare pesce ogni settimana hanno ottenuto un punteggio di 4,8 punti più alto negli esami del QI rispetto a quelli che hanno affermato di averlo consumato raramente o mai. Chi, invece, lo consuma solo sporadicamente ha ottenuto 3,3 punti in più.
Inoltre, l’aumento del consumo di pesce è stato associato a un minor numero di disturbi del sonno.

Agli Omega-3, in base soprattutto a studi sperimentali, è stata attribuita un’azione positiva sulle funzioni cognitive innanzitutto in base al fatto che essi sono indispensabili per la corretta crescita e lo sviluppo del tessuto nervoso. Infatti, erano già noti gli effetti positivi del consumo di pesce in gravidanza e nella prima infanzia sulle abilità verbali, visuali e motorie nei bambini.

Fonte in italiano: La Repubblica
Fonte in inglese: Scientific Reports

Sistema Immunitario: Rinforzalo con gli Omega-3

Gli Omega-3 sono potenti alleati del sistema immunitario.
Diverse ricerche hanno infatti dimostrato la loro capacità di modulare sia la risposta immunitaria sia l’infiammazione.

Anche un nuovo studio pubblicato su The Journal of Nutritional Biochemistryconferma che l’Omega-3 DHA ha notevoli proprietà immunomodulatorie.

Lo studio pilota umano ha verificato gli effetti della supplementazione di 1 g di olio di pesce concentrato al giorno rispetto a coloro a cui veniva somministrato 1 g di olio di oliva per controllo.
Dopo 12 settimane gli effetti dell’olio di pesce sui linfociti di tipo B (cellule del sistema immunitario che producono anticorpi) hanno sorpreso positivamente gli studiosi.

“Gli studi sugli animali hanno mostrato costantemente che gli Omega-3 migliorano sensibilmente i vari aspetti del sistema immunitario, compresa l’infiammazione“, ha dichiarato il Prof. Shaikh, ricercatore capo dello studio e professore associato di nutrizione presso l’Università della Carolina del Nord. “Ad oggi, gli effetti degli Omega-3 sui linfociti B non erano stati ben studiati negli esseri umani. Siamo stati entusiasti di osservare le notevoli proprietà immunitarie dell’olio di pesce ad alta concentrazione di DHA sui linfociti B negli esseri umani.”

Fonte in inglese: The Journal of Nutritional Biochemistry

Quali Omega-3 sono piu’ efficaci per combattere il cancro?

Secondo uno studio dell’University of Guelp, per la prevenzione del cancro gli Omega-3 provenienti dal pesce hanno effetti molto maggiori di quelli contenuti nelle fonti vegetali.

Il professor David Ma ha infatti dimostrato che gli Omega 3 marini (EPA e DHA) sono 8 volte più efficaci nel fermare lo sviluppo e la crescita del cancro.
Pubblicato nel Journal of Nutritional Biochemistry, lo studio riguardava l’alimentazione con diversi tipi di Omega-3 di cavie affette da una forma altamente aggressiva di carcinoma mammario umano.

Il Prof. David Ma ha dichiarato: “Questo è il primo studio che confronta l’efficacia degli Omega-3 marini rispetto a quelli vegetali (ALA) nel combattere lo sviluppo del cancro al seno. Esistono già prove che testimoniano l’azione protettiva degli Omega-3 vegetali e marini contro il cancro e noi abbiamo voluto determinare quale forma è più efficace”.
È noto infatti che l’EPA e il DHA possono inibire la crescita del tumore al seno, ma nessuno ha osservato direttamente l’efficacia di questi omega-3 rispetto all’ALA”.

Gli studiosi hanno scoperto che l’esposizione agli Omega-3 da olio di pesce riduceva le dimensioni dei tumori del 60-70% e il numero dei tumori del 30%.

Per raggiungere gli stessi effetti con gli Omega-3 vegetali, invece, erano necessarie dosi molto più elevate.

Gli Omega-3 prevengono e combattono il cancro attivando geni associati al sistema immunitario e bloccando i percorsi di crescita dei tumori.

Fonte in inglese: The Journal of Nutritional Biochemistry

Come potenziare l’effetto degli Omega-3?

Consigliamo da sempre di assumere il tuo integratore di Omega-3 subito prima o durante un pasto, in modo che venga facilitato l’assorbimento a livello intestinale.

Ma esistono altri modi per potenziare l’effetto degli Omega-3?

Secondo uno studio pubblicato sulle pagine del Journal of Nutrition, realizzato dai ricercatori della University of California, assumere Omega-3 e contemporaneamente seguire una alimentazione ricca di vegetali a foglia verde scuro, aumenta la concentrazione degli acidi grassi essenziali EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) nelle membrane dei globuli rossi, soprattutto se si utilizzano Omega 3 di estrema purezza come quelli A-M B-Well.

Secondo i ricercatori, per ottenere il livello di Omega-3 nel sangue ideale per il mantenimento dello stato di salute basta consumare circa 70 gr al giorno di vegetali a foglia verde scuro.

A questo gruppo di vegetali a cui appartengono, tra gli altri, spinaci, broccoli, cicoria, erbette, coste, cime di rapa e cavolo nero.

Assumere questi vegetali riduce lo stress ossidativo e quindi l’ossidazione dei lipidi; di contro lo scarso apporto di vegetali a foglia verde potrebbe ridurre la disponibilità di Omega 3.

Gli scienziati hanno evidenziato anche come il metabolismo dei lipidi dipenda anche da una buona flora batterica intestinale, la cui composizione è influenzata dalla quantità di fibra e polifenoli assunti con una alimentazione ricca di frutta e verdura.

Fonte in inglese: US National Library of Medicine

Gli Omega-3 riducono il rischio di mortalità del 19%

Ormai sono molto noti i benefici degli Omega-3, soprattutto grazie alla loro azione antinfiammatoria, che aiuta a salvare molte vite da gravi problemi cardiovascolari, ma non solo.

I ricercatori australiani del Berghofer Medical Research Institute hanno seguito per 17 anni un gruppo di 1008 persone (uomini e donne con età dai 20 ai 69 anni), tenendo sotto controllo i loro livelli di Omega-3 nel sangue mediante isolamento del plasma e determinazione della composizione di acidi grassi del fosfolipide plasmatico isolato mediante cromatografia su strato sottile e successive analisi cromatografiche gas-liquido.

Al termine dei 17 anni di ricerca sono state comparate le analisi delle persone ancora in vita con quelle nel frattempo decedute.

I risultati hanno evidenziato come livelli plasmatici di Omega-3 più alti sono significativamente correlati ad un minore rischio di morte (di circa il 19%) per tutte le cause cliniche, non solo cardiovascolari.

Il mantenimento di un consumo regolare di Omega-3 è quindi essenziale per la protezione complementare e la gestione dei disturbi cronici, inclusa la riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause.

Fonte in inglese: US National Library of Medicine – National Institutes of Health

Uno «scudo» naturale per prevenire il tumore al colon

Prove sia sperimentali che epidemiologiche mostrano come gli Omega-3 dell’olio di pesce esercitano effetti protettivi contro alcuni tipi di cancro comuni.

Meccanismi multipli sono coinvolti in questa attività chemiopreventiva, compresa la soppressione della trasformazione neoplastica, l’inibizione della crescita cellulare e l’aumento dell’apoptosi (la morte naturale delle cellule del cancro), e l’antiangiogenicità (cioè la capacità di bloccare la formazione dei vasi sanguigni attorno alle masse tumorali, affamandole).

Una recente review pubblicata su Clinical Nutrition Research, ha in particolare analizzato gli effetti degli Omega-3 sul cancro del colon-retto, la terza causa più comune di morte correlata al cancro nel mondo, con 35 mila nuovi casi ogni anno in italia.

Gli acidi grassi polinsaturi Omega-3, in particolare l’acido docosaesaenoico (DHA) e l’acido eicosapentaenoico (EPA), inibiscono lo sviluppo del cancro del colon sottoregolando l’espressione di geni coinvolti nella carcinogenesi.
Questi meccanismi biochimici includono la riduzione dell’infiammazione e l’inibizione della proliferazione, metastasi e angiogenesi delle cellule tumorali, inducendo la loro differenziazione e apoptosi e modificando la cascata lipidica.

I dati provenienti da studi di laboratorio, epidemiologici e clinici confermano quindi il ruolo benefico degli Omega-3 nella prevenzione della colite e del successivo sviluppo del cancro del colon.

Inoltre, studi recenti suggeriscono che gli Omega-3 possono essere efficaci come adiuvanti con agenti chemioterapici e altri composti antitumorali naturali nella gestione del cancro del colon.

Fonte in inglese: Clinical Nutrition Research