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Omega-3: effetto anticancro

Alcune proprietà degli Omega-3 rendono questi acidi grassi delle potenziali molecole anticancro.

Le loro caratteristiche biologiche e molecolari, nonché la capacità di interagire con altri nutrienti come gli acidi grassi Omega-6 e gli antiossidanti, portano a ipotizzare che possano ostacolare in modo significativo la comparsa di alcune forme di tumore.

Non solo: gli Omega-3 hanno tutte le carte in regola anche per riuscire a potenziare l’effetto di alcune terapie anticancro.

Secondo un nuovo studio condotto su cavie dai ricercatori dell’Università dell’Illinois, una classe di molecole che si formano quando il corpo metabolizza gli Omega-3 potrebbero inibire la crescita e la diffusione del cancro.

Nelle cavie affette da osteosarcoma (un tumore osseo notoriamente difficile da trattare), queste molecole – chiamate endocannabinoidi – hanno rallentato la crescita dei tumori, inibito la loro migrazione e causato la morte delle cellule tumorali.

“Queste molecole potrebbero affrontare molteplici problemi: cancro, infiammazione e dolore“, ha dichiarato il prof. Aditi Das, che ha condotto la ricerca.
I risultati dello studio sono stati pubblicati nel giugno 2018 sul Journal of Medicinal Chemistry.

Fonte in inglese: Università dell’Illinois

Omega 3, scudo contro le allergie

Uno studio dell’Università di Goteborg (Svezia) su 8.000 bambini ha verificato quali sono gli alimenti che possono ridurre l’incidenza di rinite allergica.

Il pesce, grazie all’effetto immunomodulante degli Omega-3, è risultato il più efficace.
Nella ricerca, pubblicata sulla rivista medica Pediatric Allergy and Immunology, i bambini sono stati tenuti sotto osservazione fino all’età di dodici anni, ed il 22% di loro hanno sviluppato una rinite allergica.
Tuttavia, fra chi aveva mangiato pesce almeno una volta al mese dal primo anno di vita, la percentuale di rinite allergica era significativamente più bassa.

La ricercatrice Emma Goksör ha spiegato chei grassi assunti determinano la qualità della risposta immunitaria agli allergeni, e quelli del pesce agiscono in maniera positiva.
In particolare il merito è degli Omega 3 che sono immunomodulanti, in altre parole sono grassi che regolano il sistema immunitario.

Già in passato alcuni studi avevano preso in considerazione l’ipotesi che l’alimentazione potesse avere un ruolo chiave nella presenza delle allergie.
Uno studio dell’Università di Stoccolma è giunto alle stesse conclusioni. La ricerca ha esaminato l’effetto di pesci come il salmone, ricchi di Omega 3, sullo sviluppo di oltre 4.000 bambini dalla nascita fino agli 8 anni.
È stato scoperto che a un maggior consumo di pesce corrispondeva un minor pericolo di sviluppare allergie.

Un’assunzione precoce e regolare di pesce svolge, grazie agli Omega-3, un effetto favorevole nella prevenzione delle allergie.

 Fonte in inglese: PUBMED US National Library of Medicine

Trigliceridi alti? Riducili del 45% con gli Omega-3

Numerosi studi clinici hanno ormai chiaramente accertato che i trigliceridi possono essere ridotti grazie agli Omega-3.

Già con l’assunzione di 1 grammo al giorno di Omega-3 si ottengono risultati tangibili, ma è con una dose giornaliera di 3-4 grammi che i trigliceridi si possono abbassare dal 25 al 45%, soprattutto in soggetti che in partenza hanno una trigliceridemia elevata.

In una intervista pubblicata sul Los Angeles Times (vedi qui la fonte in inglese), il dottor Bruce Holub, scienziato nutrizionista della University of Guelph (Ontario) e direttore esecutivo del DHA/EPA Omega-3 Institute, spiega che le ricerche scientifiche mostrano come per ogni grammo di Omega-3 EPA e DHA che una persona assume al giorno, il livello dei trigliceridi scende dell’8%, con benefici evidenti in sole 2 settimane.

Assumendo da 2 a 4 grammi di Omega-3 per un paio di settimane si potrebbero ridurre i trigliceridi di circa il 32%, in persone con alti livelli di trigliceridi.

La riduzione della trigliceridemia in seguito al consumo di Omega-3 avviene grazie a diversi meccanismi.
Gli Omega-3 EPA e DHA riducono la produzione e accelerano la rimozione delle lipoproteine (composti che trasportano i grassi nel sangue), ricche in trigliceridi.
Gli Omega-3, in particolare, rallentano la sintesi della apolipoproteina ApoB, in questo modo viene ridotta l’immissione di trigliceridi nel circolo sanguigno. Aumentano inoltre l’attività dell’enzima lipasi lipoproteica, che favorisce la rimozione dei trigliceridi dal sangue.

Questi effetti, unito alla capacita’ degli Omega-3 di abbassare il colesterolo “cattivo” LDL ed innalzare quello “buono” HDL, migliorano sensibilmente il profilo di rischio cardiovascolare. 

Piu’ Omega-3, meno fratture

Si stima che in Italia, ogni anno, circa 110.000 fratture di polso e circa 70.000 di femore siano dovute all’osteoporosi.

Un numero sempre maggiore di studi mostra che l’assunzione degli Omega-3 EPA e DHA preserva la densità dell’osso e riduce il rischio di fratture, anche con una dose relativamente bassa di soli 300 mg di Omega-3 al giorno (1 sola capsula di A-M B-Well ne contiene almeno il doppio, 600 mg).

Una nuova meta-analisi, pubblicata sulla rivista Critical Reviews in food Science and Nutrition, ha analizzato i risultati di 9 studi su un totale di 292.657 partecipanti, confermando che l’assunzione di Omega-3 riduce le probabilità di frattura dell’anca.

Secondo i ricercatori un’alimentazione ricca di Omega-3 è in grado di regolare l’ assorbimento del calcio da parte dell’intestino e di modulare l’azione delle cellule responsabili della maturazione e del riassorbimento delle ossa; gli osteoclasti e gli osteoblasti.

Studi precedenti avevano mostrato come 8 mesi di assunzione di Omega-3 permettano di aumentare fin quasi al 30% il volume del tessuto poroso presente all’interno delle vertebre, oltre che a aumentare anche il volume e lo spessore del tessuto osseo che avvolge il femore.

Inoltre alti livelli nel sangue di Omega-3 EPA comportano, sopratutto per gli uomini, una diminuzione del rischio di fratture da osteoporosi del 40%.

Gli Omega-3 abbassano la frequenza cardiaca, riducendo il rischio di morte cardiaca

I risultati ottenuti da una meta-analisi, pubblicata sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition, indicano che l’integrazione con Omega-3 è associata a una significativa riduzione della frequenza cardiaca.

La frequenza cardiaca a riposo, se elevata, rappresenta un potenziale fattore di rischio per il cuore.

E’ noto da tempo che gli Omega-3 EPA e DHA hanno molti effetti positivi sulla salute di cuore e vasi, che vanno dal miglioramento dei livelli lipidici nel sangue, alla riduzione di pressione sanguigna e frequenza cardiaca e quindi del rischio di malattia coronarica e morte cardiaca.

Per condurre la meta-analisi, cioè uno studio statistico che include i risultati di numerose ricerche su un argomento, i ricercatori hanno raccolto i dati di 51 studi, considerando in totale circa 3.000 persone.

Secondo gli autori dello studio, i dati hanno evidenziato prove cliniche importanti e aggiornate che dimostrano l’effetto sulla riduzione della frequenza cardiaca dell’integrazione con Omega-3, in particolare il DHA era associato a una riduzione media della frequenza cardiaca di 2,47 battiti per minuto.

Una riduzione di questo tipo corrisponde all’incirca ad una diminuzione del 7% del rischio di morte cardiaca improvvisa.

Un rimedio naturale per l’emicrania

Uno studio realizzato in doppio-cieco ha verificato gli effetti degli Omega-3 su 60 pazienti affetti da emicrania cronica e trattati con amitriptilina.

I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi ignari di quanto veniva loro somministrato: il primo ha ricevuto 400 mg di EPA e 350 mg di DHA, due volte al giorno, per un dosaggio complessivo di 1.5 g di Omega-3 (equivalente a 2 capsule di A-B Well PGFO oppure mezzo cucchiaino da tè di Liquid Gold); il secondo gruppo ha assunto una sostanza inerte (placebo).

La ricerca ha evidenziato come nel gruppo che aveva assunto gli Omega-3 erano diminuiti i giorni al mese con emicrania di oltre l’80% nel 66% dei partecipanti; nel gruppo placebo, invece, lo stesso miglioramento si era verificato solo nella metà dei soggetti.

Alla luce di questi risultati, gli autori hanno concluso che l’integrazione con Omega-3 è efficace nel ridurre frequenza e intensità degli attacchi di emicrania.

Un precedente studio del 2012 condotto su pazienti affetti da cefalea cronica aveva già mostrato come 1,5 grammi di Omega-3 sono efficaci nel ridurre significativamente l’intensità della cefalea (-12%) ed i giorni di mal di testa (-38%).

Fonte in inglese: PubMed US National Library of Medicine – National Institutes of Health

Gli Omega-3 riducono il grasso nel fegato

Gli Omega-3 riducono il grasso nel fegato e migliorano la sensibilità all’insulina, riducendo quindi anche la formazione di grasso corporeo.

I ricercatori delle Università Oxford, Southampton e Surrey (Regno Unito) hanno infatti evidenziato come una integrazione di 4 grammi di Omega-3 al giorno riduce l’accumulo di grassi a livello epatico, migliora la sensibilità all’azione dell’insulina e riduce la presenza dei marcatori dell’infiammazione.

Gli Omega-3 hanno ridotto la quantità di nuovo grasso depositato nel fegato, oltre che una riduzione del 26% del contenuto di grasso nell’organo.

La ricerca, della durata di 18 mesi, ha coinvolto 24 pazienti affetti da steatosi epatica non alcolica suddivisi in due gruppi: 12 hanno seguito una integrazione giornaliera con 1,84 grammi di DHA e 1,56 grammi di EPA, mentre gli altri pazienti hanno ricevuto un placebo a base di olio di oliva.
La maggioranza del gruppo che aveva assunto Omega-3 ha avuto un aumento di DHA nelle membrane dei globuli rossi maggiore del 2%, mostrando i benefici descritti sopra.

Le dosi utilizzate in questo studio equivalgono a circa 8 capsule di A-M B-Well PGFO oppure 2 cucchiaini da tè di Liquid Gold al giorno, ma la posologia consigliata per ottenere benefici e’ di 3 capsule di PGFO capsule e 1 cucchiaino di Liquid Gold al giorno per almeno 3 mesi.

Fonte in inglese: PUBMED US National Library of Medicine

Meglio un integratore in forma di estere etilico (EE) oppure di trigliceride naturale (TG)?

L’olio di pesce di Grado Farmaceutico nella forma di Trigliceride Naturale (TG) ha dimostrato di essere l’integratore di Omega-3 migliore in assoluto.

E le evidenze scientifiche continuano a darci ragione.

La struttura chimica in cui gli omega-3 EPA e DHA si trovano naturalmente nell’olio di pesce è quella dei trigliceridi (TG), ed è la stessa presente in A-M B-Well PGFO.
Esistono in commercio degli integratori di Omega-3 ad alta concentrazione che hanno invece la struttura chimica di estere etilico (EE). Qual è la differenza?

Una struttura diversa influisce sull’assorbimento degli Omega-3: infatti secondo alcuni studi scientifici (vedi sotto), la forma naturale trigliceride (TG) è molto più biodisponibile rispetto alla forma sintetica EE, questo significa che è possibile assumere una quantità minore di omega-3 in forma TG per ottenere gli stessi benefici.
Con paragone l’olio di pesce naturale 100%, la base TG assicura una biodisponibilità del 124%, mentre la forma EE  solo del 73% .


Questo probabilmente avviene perchè la lipasi (enzima digestivo dei grassi), riesce meglio a rompere i legami carbonici degli omega-3 EPA e DHA nella forma naturale TG.

La  produzione di Omega-3 in forma TG implica dei costi dal 50% a 80% maggiori rispetto a quelli in forma EE, vediamo perchè.

Attraverso la Short Path Distillation (distillazione a pressione ridotta e quindi a ridotta temperatura di evaporazione) vengono rimossi dall’olio di pesce crudo gli acidi grassi liberi, i metalli pesanti, i composti colorati ed altre impurità, rendendo l’olio molto più puro.

Durante questo processo avviene anche la concentrazione degli oli di pesce che porta ad un contenuto di omega­-3 totali del 60 – 70%.

La produzione degli oli concentrati di grado farmaceutico richiede diversi passaggi:

  1. deacidificazione: questo passaggio elimina gli acidi grassi liberi, causa della rottura dei trigliceridi per via dell’ossidazione (irrancidimento)
  2. etil­esterificazione (trasformazione in EE) e concentrazione: gli esteri etilici degli acidi grassi si ottengono trattando l’olio trigliceride con etanolo non acquoso e un catalizzatore
  3. distillazione molecolare avanzata: lavorando sottovuoto spinto si abbassa il punto di ebollizione degli esteri etilici, il che permette di separare gli acidi grassi a lunga catena da quelli a catena corta. Questa tecnica rende possibile la produzione di oli con concentrazioni e rapporti EPA/DHA differenti.
  4. frazionamento per rimuovere i grassi saturi
  5. filtrazione con urea: l’urea viene aggiunta all’olio per formare complessi di inclusione con gli acidi grassi saturi e monoinsaturi. I complessi con l’urea vengono rimossi per filtrazione. L’olio che si ottiene dopo la filtrazione presenta una concentrazione più alta di EPA e DHA.
  6. decolorazione: vengono rimossi dall’olio i pigmenti colorati e altri composti di ossidazione. Vengono aggiunte all’olio terre decoloranti, che assorbono questi composti e vengono poi rimosse per filtrazione. Se l’olio di pesce crudo conteneva valori elevati di
    idrocarburi policiclici aromatici (IPA), durante questa fase del processo verrà aggiunto il carbone attivo per rimuovere questi composti.
  7. deodorizzazione: L’olio viene deodorizzato facendolo passare attraverso un flusso di vapore lavorando sottovuoto per un breve periodo di tempo per rimuovere i componenti volatili che rappresentano la principale causa del sapore ed odore dell’olio.
  8. aggiunta di vitamina E: Vengono aggiunti antiossidanti in forma di tocoferoli naturali in conformità a quanto previsto dalla legge.

Da questo processo si ottiene un olio in forma EE (estere etilico).
Il nostro prodotto subisce un passaggio produttivo  in più (la riesterificazione con metodo enzimatico) per riportare gli acidi grassi omega-­3 nella forma trigliceride TG, la forma che offre più vantaggi e benefici:

  • migliore assorbimento degli attivi
  • maggiore  stabilità
  • migliore digeribilità del prodotto

Questo passaggio produttivo in più implica dei costi dal 50% all’80% maggiori rispetto ai prodotti in forma di EE. Ma assicura un prodotto di qualità eccellente.

Un recentissimo studio, pubblicato su “Lipids in Health and Disease”, ha comparato le principali forme in cui gli Omega-3 possono essere prodotti.

Il termine di paragone e’ stata la concentrazione nel sangue. In questo modo e’ stato possibile verificare con quale tipo di Omega-3 e’ necessario assumere una minore quantita’ di prodotto per ottenere gli stessi effetti benefici sulla salute.

Nello studio, condotto su 35 volontari, sono stati confrontati quattro tipi diversi di integratori: olio di pesce concentrato nella forma trigliceride (TG), olio di pesce concentrato nella forma estere etilico (EE), Olio di Krill (un piccolo crostaceo), olio di salmone.

La ricerca ha mostrato che tutte le forme di Omega-3 erano benefiche per i volontari.

Ma coloro che avevano assunto olio di pesce concentrato nella forma di Trigliceride Naturale (TG) avevano una quantita’ di Omega-3 maggiore nel sangue rispetto agli altri prodotti, addirittura di 4 volte rispetto all’olio di krill ed a quello di salmone.

Anche la riduzione del rischio cardiovascolare e’ stato decisamente maggiore per coloro che hanno assunto un integratore di olio di pesce concentrato TG.

Riferimento in inglese:
http://www.lipidworld.com/content/13/1/99/abstract 

Omega-3: un alleato naturale contro i dolori articolari

artrite omega-3Servono 2,5 g al giorno per almeno 3 mesi

Diversi studi internazionali hanno fornito numerose evidenze scientifiche che dimostrano come l’integrazione di Omega-3 abbia effetti antinfiammatori e antidolorifici anche sull’artrite reumatoide.

Gli effetti benefici di questa integrazione appaiono in genere dopo almeno 3 mesi di supplementazione con minimo 2,5 g al giorno di Omega-3 derivanti da olio di pesce di Grado Farmaceutico.

Negli studi l’olio di pesce migliorava sensibilmente il numero di articolazioni dolenti e tumefatte, oltre a permettere la riduzione dei farmaci antinfiammatori, diminuendo così anche gli effetti collaterali.
Anche secondo una ricerca pubblicato su Arthritis Care & Research nel febbraio 2018, gli Omega-3 riducono il dolore non accettabile e refrattario nei pazienti con artrite reumatoide precoce.
Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno valutato i dati di 591 casi inclusi in una ricerca epidemiologica sull’artrite reumatoide, uno studio prospettico caso-controllo basato sulla popolazione.

«Derivati importanti degli Omega-3 sono la resolvina, le protectine e le lipossine», hanno scritto la Dott.ssa Cecilia Lourdudoss, del Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia) e colleghi.
«Questi eicosanoidi hanno proprietà anti-infiammatorie, e le resolvine sono state collegate alla soppressione del dolore in modelli sperimentali».
«In conclusione, l’Omega-3 era inversamente associato, mentre il rapporto Omega-6/Omega-3 era direttamente associato al dolore non accettabile e refrattario», hanno scritto gli autori (in altre parole un eccesso di Omega-6 rispetto agli Omega-3 nell’alimentazione porta ad un aumento del dolore).
«L’associazione inversa tra Omega-3 e dolore refrattario può avere un ruolo nella soppressione del dolore nell’artrite reumatoide», hanno concluso i ricercatori.

Fonte in italiano: Pharmastar
Fonte in inglese: PUBMED US National Library of Medicine

Piu’ Omega-3, Meno Allergie

Omega-3 AllergieStudi precedenti avevano già mostrato come una integrazione di Omega-3 agisce efficacemente nel ridurre l’eccessiva risposta del sistema immunitario e la sua attivazione anche nei confronti di stimoli innocui (come ad esempio polvere, pollini, peli di animali, ecc.).

Un’analisi dell’Imperial College di Londra su 400 studi, che hanno coinvolto in totale un milione e mezzo di persone, ha mostrato come un’integrazione di Omega-3 alle gestanti dalla 20esima settimana di gravidanza e nei primi 3 o 4 mesi di allattamento può ridurre il rischio di sensibilizzazione agli allergeni alimentari.
Ad esempio riducono sensibilmente (del 30%) il rischio di allergia alle uova, molto diffusa nella prima infanzia.
In particolare, le donne prese in considerazione (circa 15mila) assumevano ogni giorno una capsula contenente olio di pesce ad alta concentrazione di Omega-3.

Al contrario, scrivono gli autori nell’indagine pubblicata su PLOS Medicine (e finanziata dalla Food Standards Agency, l’ente governativo inglese responsabile della sicurezza alimentare), evitare in gravidanza cibi potenzialmente allergenici – come nocciole, latte e derivati, uova – non incide minimamente sul rischio del bebè di sviluppare allergie o dermatite atopica.

Fonte in italiano: Corriere della Sera
Fonte in inglese: PLOS Medicine