Tutti gli articoli di admin

Bambini più attenti a scuola con gli omega-3

Molti sono i bambini colpiti dalla sindrome di iperattività con deficit di attenzione, conosciuta clinicamente come Adhd.
Purtroppo questa malattia, nella stragrande maggioranza dei casi, viene confusa con la vivacità. In effetti si tratta di una reale patologia, che compromette la natura dei rapporti interpersonali dei bambini sia nella modalità di relazione con i familiari sia con i propri coetanei. L’unica terapia conosciuta fino ad ora è quella farmacologica, ovvero, la somministrazione di psicofarmaci vita natural durante.
Nei soggetti affetti da questa sindrome è stata riscontrata una carenza di omega 3. Medici ed esperti hanno percorso la via sperimentale della prescrizione di farmaci a base di omega 3. Questa soluzione ha portato a risultati incoraggianti. Ciò non significa aver risolto il problema dell’Adhd, ma sicuramente aver offerto un ulteriore strumento per la gestione di questo disturbo. L’assunzione di acidi grassi viene raccomandata dalla Unione Europea (clicca qui per la fonte in inglese) e dalle più autorevoli associazioni pediatriche e di nutrizione clinica a livello mondiale, nel dosaggio quotidiano di almeno 200 milligrammi di Dha; queste quantità si possono ricavare da un paio di assunzioni di pesce la settimana.
Se non si consuma pesce a sufficienza, è necessario fare ricorso ad integratori.
L’acido docosaesaenoico Dha, inoltre, viene considerato un substrato essenziale da assumere durante la gravidanza e l’allattamento per garantire un ottimale esito della gestazione e dello sviluppo del bambino.

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

OLIO DI PESCE PROTEGGE DA CANCRO AL SENO

L’olio di pesce potrebbe proteggere le donne dal cancro al seno.
I supplementi sarebbero in grado di ridurre di un terzo il rischio di sviluppare il tumore.
Almeno questo e’ quanto emerso da uno studio del Fred Hutchinson Cancer Research Centre di Seattle pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention.
E’ la prima volta che l’olio di pesce, noto per rafforzare la potenza del cervello, viene associato a una possibile riduzione del rischio di cancro al seno.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno coinvolto nello studio 35mila donne e hanno scoperto che quelle che hanno regolarmente assunto degli integratori hanno avuto il 32 per cento di probabilita’ in meno di sviluppare la malattia.
Secondo gli scienziati, gli acidi grassi omega-3 contenuti nei supplementi potrebbero ridurre il rischio di sviluppare la forma piu’ comune di tumore al seno, cioe’ il ‘carcinoma duttale invasivo’.
Questo tipo di tumore, che cresce nelle cellule che rivestono i dotti del seno, e’ responsabile fino al 80 per cento dei 45mila casi di cancro al seno diagnosticati ogni anno in Gran Bretagna.
“Puo’ essere che la quantita’ di acidi grassi omega-3 nei supplementi di olio di pesce sia superiore a quella che assume in genere la maggior parte della gente nella loro dieta” ha detto Emily White, che ha coordinato lo studio.  

Fonte: Agenzia AGI

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?


Omega-3 contro l’infertilità

Uno studio condotto in Iran su 150 persone ha scoperto che gli uomini con problemi di infertilità avevano un basso livello di omega-3 nel liquido seminale, rispetto agli uomini fertili.

I ricercatori dell’Università dell’Illinois hanno invece verificato che i topi con bassi livelli di Omega-3 DHA avevano una conta spermatica molto minore rispetto a quelli con livelli normali di Omega-3. Fornendo loro un supplemento di Omega-3 DHA la quantità di spermatozoi è tornata a livelli normali.

Entrambi gli studi dimostrano una correlazione inversa tra l’infertilità maschile ed i grassi Omega-3, tanto da consigliare a chiunque abbia problemi nell’avere figli una supplementazione di Omega-3 nell’alimentazione. E’ bene non dimenticare che alcune ricerche suggeriscono anche che gli Omega-3 promuovono l’ovulazione nelle donne, estendendo la porzione del ciclo in cui è maggiore la fertilità.
Altri studi suggeriscono inoltre che gli Omega-3 rendono il ciclo femminile più regolare.

Per prevenire e cercare di risovere problemi di fertilità è bene quindi assicurarsi una quantità sufficiente di Omega-3 nella propria alimentazione.

Fonte in inglese: Journal of Lipid Research

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Omega 3: benefici contro i dolori

Una combinazione inedita di paracetamolo e olio di pesce si è rivelata un rimedio efficace contro i dolori causati da artrite reumatoide e osteoartrite.
E’ il risultato di una ricerca della Scuola di farmacia e scienze mediche dell’Università dell’Australia meridionale, guidata dalla prof. Gillian Caughey.
“I farmaci anti-infiammatori non steroidei (Fans) forniscono sollievo a breve termine a chi soffre di queste patologie – scrive Caughey sulla rivista Complemetary Therapies in Medicine – ma purtroppo l’uso di questi medicinali è associato ad un rischio accresciuto di problemi gastrici e cardiovascolari, mentre non migliorano i risultati a lungo termine”.

I ricercatori hanno somministrato paracetamolo e dosi differenti di acidi grassi Omega3 a due gruppi di pazienti. “Analizzando i campioni di sangue abbiamo riscontrato che i pazienti che avevano ricevuto dosi maggiori di Omega 3 avevano livelli più bassi di mediatori infiammatori“, conclude la studiosa.

Fonte in inglese: Science Direct

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Omega-3 per combattere la pressione alta

Un recente studio scientifico su larga scala, pubblicato su “Hypertension: Journal of American Heart Association”, conferma che le persone con una alimentazione ricca di omega-3 tendono ad avere la pressione del sangue più bassa.
Studi precedenti avevano già indicato che l’assunzione di integratori di omega-3 poteva abbassare la pressione nelle persone affette da ipertensione. Questo nuovo studio ha invece verificato gli effetti degli omega-3 anche su persone con pressione normale, analizzando l’impatto degli omega-3 su 4.680 uomini e donne negli Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Cina.
Gli omega-3 hanno avuto un effetto maggiore su coloro che non stavano già assumendo farmaci e non avevano ancora sviluppato la pressione alta“, ha detto Hirotsugu Ueshima, MD, autore principale dello studio e professore e presidente del Dipartimento della Salute Scienza presso l’Università di Shiga della scienza medica in Otsu, Shiga, Giappone.
Il “Journal of American Heart Association” ricorda che, secondo studi precedenti, una diminuzione di soli 2 mmHg della pressione arteriosa riduce il tasso medio di morte da ictus di circa il 6 per cento e da malattie coronariche del 4 per cento.

Fonte in inglese: American Heart Association

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

L’Olio di Pesce previene le rughe

Uno studio pubblicato sul Journal of Lipid Research, ha studiato gli effetti dell’olio di pesce per la prevenzione dei danni alla pelle causati dai raggi ultravioletti.
I raggi UV del sole sono uno dei principali colpevoli nella produzione di rughe della pelle. I ricercatori hanno applicato EPA, uno degli acidi grassi omega-3 contenuti nell’olio di pesce, su cellule di pelle umana. Hanno poi applicato le radiazioni UV sulle cellule della pelle per simulare gli effetti dell’esposizione al sole, che provoca rughe e cedimenti della pelle.
Le conclusioni dello studio sono che l’olio di pesce è “un potenziale agente per la prevenzione e il trattamento dell’invecchiamento cutaneo.”

La mia esperienza personale:
Ci sono molti prodotti di bellezza oggi sul mercato che promettono miracoli, ma l’unica cosa che fanno è svuotare il portafogli!
Ho assunto integratori di olio di pesce di grado farmaceutico dal 2001, e potreste considerarmi una cavia da laboratorio su cui verificare i loro effetti.
Posso attestare alcune delle meraviglie che gli Omega 3 hanno fatto per la mia pelle. La mia pelle non è mai secca (anche in inverno). Soffrivo di una lieve acne sul mento e dal momento che ho iniziato ad assumere l’olio di pesce di grado farmaceutico, il disturbo è scomparso.
Anche le mie unghie sono diventate molto forti, mentre prima erano fragili e tendevano a spezzarsi.
I miei profili lipidici (trigliceridi e colesterolo) sono migliorati in modo incredibile, ma questo è un altro discorso…

Fonte in inglese: Journal of Lipid Research

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Gli Omega-3 ci allungano la vita

È questo il nome scientifico dei grassi “buoni”, di cui sono ricchi pesce, semi oleosi e legumi: assumerli ogni giorno a tavola frena l’invecchiamento, rinforza le difese e previene il cancro

Vogliamo proteggere le cellule dall’invecchiamento?
Secondo la dottoressa Susan Allport, grande studiosa di nutrizionismo, la degenerazione dei tessuti, la diffusione di patologie come l’arteriosclerosi, l’Alzheimer, l’infarto, la trombosi e persino il cancro, si devono in gran parte alla scomparsa nella nostra dieta degli Omega 3, di cui sono ricchissimi certi pesci come il salmone e il merluzzo.
Oggi gli studi più accreditati ritengono che questi acidi (gli Omega 3), accompagnati dagli Omega 6 (che si trovano in grandi quantità nei semi oleosi, nelle noci e nei pistacchi) ci proteggono dalle più gravi patologie invalidanti diffuse nel mondo occidentale. Se vogliamo stare alla larga dall’invecchiamento del sistema nervoso e del cervello, dalle malattie cardiovascolari, dalle artrosi e anche dalla depressione, dobbiamo consumare sempre di più questi preziosi acidi grassi.
Di Omega 3 sono ricchissimi il pesce azzurro e il salmone più di tutto; ma l’acido Alfalinolenico (uno degli Omega 3), che è fondamentale perché il nostro organismo non sa produrlo da solo, si trova nell’olio e nei semi di lino, nelle noci, nei fagioli di soia secchi. Purtroppo questi alimenti vengono spesso disattesi dalle diete. Studiosi come Elizabeth Blackburn, premio Nobel, sono riusciti a valutare l’invecchiamento del DNA. Ebbene: pazienti che avevano avuto un infarto mostravano i segni dell’invecchiamento e della degenerazione cellulare.
L’inserimento nella dieta degli Omega 3 evita, secondo le ultime ricerche, le complicazioni cardiologiche dell’infarto e produce un recupero notevole delle condizioni del cuore.
Anche gli effetti sul cervello sono davvero interessanti: gli Omega 3 e gli Omega 6 potenziano attenzione, concentrazione e memoria.
Tengono lontano demenza senile e Alzheimer.

Salmone, pesce azzurro e olio di fegato di merluzzo si rivelano, secondo tanti scienziati, molto utili contro la stanchezza e l’affaticamento mentali e migliorano il tono dell’umore, allontanando tristezza e depressione. Del resto i giapponesi, che consumano più di 60 kg di pesce pro capite all’anno, hanno un rischio di depressione bassissimo (meno dell’1 % della popolazione).
Mentre i tedeschi, che consumano meno di 10 kg di pesce all’anno per persona, soffrono di depressione ben 5 volte di più.
I depressi cominciano a essere trattati con queste sostanze estratte dai pesci, dal lino e dalla noce, e trasformate in pillole.
Inserire questi alimenti nella dieta in autunno è fondamentale: hanno proprietà antinfiammatorie e quindi sono utili anche per i problemi articolari, come artriti e reumatismi. In più rinforzano il sistema immunitario, contro i disturbi da raffreddamento dovuti al cambio di stagione.

 

Fonte: “Salute Naturale” (ottobre 2010).

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Gli omega-3 migliorano le funzioni polmonari

Uno studio scientifico suggerisce che i supplementi di olio di pesce possono migliorare le funzioni dei polmoni.
Basandosi su ricerche condotte nel corso di un studio di 12 settimane sul funzionamento polmonare, ricercatori tedeschi e iraniani hanno scoperto che gli integratori di olio di pesce, ricco di acidi grassi omega-3, migliorano il funzionamento polmonare negli atleti prima e dopo l’esercizio.
Le loro scoperte sono state recentemente pubblicate sul Journal of Science and Medicine in Sport.
Lo studio ha avuto luogo in un periodo di 12 settimane ed ha avuto come oggetto di studio 40 giovani lottatori maschi.
Alla fine dello studio, i partecipanti che avevano assunto olio di pesce hanno visto un aumento del 47% medio delle funzioni polmonari, rispetto a coloro che avevano assunto un placebo.
Fonte: Journal of Science and Medicine in Sport March 2010, Volume 13, Issue 2, Pages 281-286 “The effects of omega-3 supplementation on pulmonary function of young wrestlers during intensive training” Authors: B. Tartibian, B.H. Maleki, A. Abbasi

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Stai assumendo il giusto tipo di Omega-3?

Cinquanta anni fa due epidemiologi danesi meditavano sul perché gli Inuit nativi della Groenlandia avessero un tasso molto basso di attacchi di cuore, nonostante una dieta ricca di grassi piena di carne di balena e di foca.
Volarono in Groenlandia e raccolsero campioni di sangue da 130 Inuit. Tornati in laboratorio, trovarono nei campioni dei prodotti chimici di cui non avevano mai sentito parlare prima – chiamati grassi omega-3.

Oggi la stampa si occupa continuamente degli omega-3 grazie agli studi che ne dimostrano, oltre alla protezione dalle malattie cardiache, altre caratteristiche come la promozione e lo sviluppo del cervello e degli occhi nei bambini oppure la diminuzione dei sintomi nei casi di depressione.
Uno studio ha indicato che possono aiutare i giovani con segni di malattia mentale dallo sviluppare la schizofrenia conclamata.
Noi in Occidente semplicemente non mangiamo abbastanza omega-3“, dice William Harris, nutrizionista dell’University of South Dakota ed uno dei massimi esperti del campo. Egli osserva che due dei tre grandi studi clinici sull’olio di pesce mostrano una riduzione dei decessi.
La riduzione della mortalità è quello che diversifica e mette in evidenza gli omega 3″ rispetto ai numerosi altri integratori vitaminici.

Oggi gli acidi grassi omega-3 sono diventati un business multimiliardario.
Gli americani spendono 2,6 miliardi dollari per integratori alimentari e alimenti arricchiti con grassi omega-3. Ma non tutto è denaro ben speso.
Decenni di ricerche hanno comprovato che i tipi di omega-3 che si trovano negli animali marini, chiamati EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), sono in grado di proteggere il tuo cuore. Ma molti dei cibi si trovano al supermercato sono integrati invece con l’acido alfa-linoleico (ALA), il tipo di omega-3 che si trova in frutta secca e semi di lino.
I cardiologi credono che gli omega-3 di tipo ALA non portino gli stessi benefici, poiché solo una piccola parte viene convertita in EPA e DHA (utilizzabili dal corpo umano).
“Ci possono essere differenze di efficacia”, dice James Stein, direttore del reparto di cardiologia preventiva presso la Medical School dell’Università del Wisconsin.
Quindi, se si acquista un integratore per avere dei benefici sul sistema cardiovascolare, è bene assicurarsi che contenga EPA o DHA e non ALA.

Fonte: Forbes (in inglese) “Quello che devi sapere sull’olio di pesce”

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?

Rischi obesita’ e diabete se assumi pochi Omega-3

Uno squilibrio tra grassi omega-3 e omega-6 sarebbe alla base di obesità e diabete.
E’ quanto afferma uno studio francese, che punta l’indice sullo squilibrio lipidico di acidi grassi omega-3 e omega-6 nel sangue per spiegare per quale motivo nel mondo occidentale insorgono questo tipo di problemi.
Ti traduco la parte essenziale dello studio (che puoi leggere integralmente sul sito dell’ Istituto Francese CNRS (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica) cliccando QUI.

Negli ultimi quaranta anni c’è stato un aumento costante dei casi di obesità nelle società occidentali.
Nello stesso periodo l’alimentazione nei paesi industrializzati ha registrato un aumento quantitativo di calorie, alti livelli di omega-6 (che si trovano principalmente nel mais, consumato in grandi quantità dagli animali d’allevamento mangiati dagli esseri umani) e bassi livelli di omega-3 (presenti soprattutto in pesci grassi come il salmone, sardine e sgombri ).
La quantità di omega-6 consumati durante gli ultimi quarant’anni è aumentata del 250% mentre quella di omega-3 è scesa del 40%, così da squilibrare il rapporto omega-6/omega-3 rispetto alle quantità raccomandate.
Mentre il Centro Francese per la Sicurezza Alimentare (AFSSA) raccomanda un rapporto omega-6/omega-3 di 5 /1, il consumo effettivo in Francia è di 15 omega-6 per 1 omega-3.
Negli Stati Uniti, questo rapporto può anche raggiungere i 40 omega-6 per 1 omega-3.
Per eseguire i loro esperimenti, i ricercatori hanno esposto quattro generazioni di cavie a una dieta di tipo occidentale, caratterizzata da questi stessi rapporti omega-6/omega-3.
Come risultato, le cavie hanno visto un graduale aumento della massa grassa per molte generazioni.
Hanno anche osservato l’insorgenza di malattie metaboliche come l’insulino-resistenza, che è il primo passo nello sviluppo del diabete di tipo 2, ed una stimolazione dei geni infiammatori coinvolti nell’obesità.
Così, in una popolazione animale geneticamente stabile, l’esposizione a una dieta povera di omega-3 simile a quella dei paesi sviluppati è stata sufficiente a causare la comparsa di obesità transgenerazionale, in linea con i dati raccolti negli esseri umani.
Il ruolo benefico degli acidi grassi essenziali polinsaturi è ben noto ma quando la loro assunzione è squilibrata (molti omega-6 e pochi omega-3), possono aumentare i fattori che inducono obesità e gravi effetti a lungo termine sulla salute umana.

Per evitare questi problemi la soluzione è di inserire una quantità maggiore di omega-3 nella propria alimentazione, e quando questo non fosse possibile ricorrere agli integratori di omega-3.

 

>> Post più visto:
Gli integratori di Omega-3 fanno male?