È questo il nome scientifico dei grassi “buoni”, di cui sono ricchi pesce, semi oleosi e legumi: assumerli ogni giorno a tavola frena l’invecchiamento, rinforza le difese e previene il cancro
Vogliamo proteggere le cellule dall’invecchiamento?
Secondo la dottoressa Susan Allport, grande studiosa di nutrizionismo, la degenerazione dei tessuti, la diffusione di patologie come l’arteriosclerosi, l’Alzheimer, l’infarto, la trombosi e persino il cancro, si devono in gran parte alla scomparsa nella nostra dieta degli Omega 3, di cui sono ricchissimi certi pesci come il salmone e il merluzzo.
Oggi gli studi più accreditati ritengono che questi acidi (gli Omega 3), accompagnati dagli Omega 6 (che si trovano in grandi quantità nei semi oleosi, nelle noci e nei pistacchi) ci proteggono dalle più gravi patologie invalidanti diffuse nel mondo occidentale. Se vogliamo stare alla larga dall’invecchiamento del sistema nervoso e del cervello, dalle malattie cardiovascolari, dalle artrosi e anche dalla depressione, dobbiamo consumare sempre di più questi preziosi acidi grassi.
Di Omega 3 sono ricchissimi il pesce azzurro e il salmone più di tutto; ma l’acido Alfalinolenico (uno degli Omega 3), che è fondamentale perché il nostro organismo non sa produrlo da solo, si trova nell’olio e nei semi di lino, nelle noci, nei fagioli di soia secchi. Purtroppo questi alimenti vengono spesso disattesi dalle diete. Studiosi come Elizabeth Blackburn, premio Nobel, sono riusciti a valutare l’invecchiamento del DNA. Ebbene: pazienti che avevano avuto un infarto mostravano i segni dell’invecchiamento e della degenerazione cellulare.
L’inserimento nella dieta degli Omega 3 evita, secondo le ultime ricerche, le complicazioni cardiologiche dell’infarto e produce un recupero notevole delle condizioni del cuore.
Anche gli effetti sul cervello sono davvero interessanti: gli Omega 3 e gli Omega 6 potenziano attenzione, concentrazione e memoria.
Tengono lontano demenza senile e Alzheimer.
Salmone, pesce azzurro e olio di fegato di merluzzo si rivelano, secondo tanti scienziati, molto utili contro la stanchezza e l’affaticamento mentali e migliorano il tono dell’umore, allontanando tristezza e depressione. Del resto i giapponesi, che consumano più di 60 kg di pesce pro capite all’anno, hanno un rischio di depressione bassissimo (meno dell’1 % della popolazione).
Mentre i tedeschi, che consumano meno di 10 kg di pesce all’anno per persona, soffrono di depressione ben 5 volte di più.
I depressi cominciano a essere trattati con queste sostanze estratte dai pesci, dal lino e dalla noce, e trasformate in pillole.
Inserire questi alimenti nella dieta in autunno è fondamentale: hanno proprietà antinfiammatorie e quindi sono utili anche per i problemi articolari, come artriti e reumatismi. In più rinforzano il sistema immunitario, contro i disturbi da raffreddamento dovuti al cambio di stagione.
Fonte: “Salute Naturale” (ottobre 2010).