IL ritrovamento di reperti fossili nell’Africa Orientale aveva finora indotto gli studiosi a ritenere che i primi ominidi si nutrissero prevalentemente di animali della savana, spingendoli a rifiutare la teoria nutrizionistica sulle origini dell’Homo sapiens. Da tempo infatti i nutrizionisti sostengono che particolari acidi grassi di cui sono ricchi soprattutto gli animali marini (OMEGA-3 Lcp) hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello e quindi hanno un peso determinante nell’evoluzione dell’uomo moderno. Oggi invece ci sono prove decisive a dimostrazione che questi fossili si trovavano in realta’ proprio nelle vicinanze di un antico mare formatosi nella Rift Valley dell’Africa Orientale, quando era congiunta con il Mar Rosso. L’oceano presente in questa regione forniva una base alimentare unica che ha consentito l’aumento di dimensioni del cervello umano culminando nella comparsa dell’Ho mo sapiens. I laghi del “proto-oceano”, come viene definito, erano ricchi di pesci tropicali e molluschi: entrambi contengono livelli di acidi grassi OMEGA-3 Lcp simili a quelli presenti nel cervello umano (Epa = acido eicosapentaenoico; Dha = acido docosaesaenoico). Una variazione nelle abitudini alimentari degli ominidi, con l’introduzione di alimenti di qualita’ piu’ elevata si verifico’ circa 2 milioni di anni fa e fu accompagnata da un aumento delle dimensioni relative del cervello e da un processo di evoluzione che ha portato allo sviluppo fetale e neonatale odierno. Uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition condotto da tre Universita’ (Beltsville-Toronto-London) rispettivamente da Broadhurst, Cunnane e Crawford, ha accertato che l’introduzione di alimenti di origine marina nella dieta degli ominidi permise infatti di evitare quella carenza di Dha (acido docosaesaenoico) associata alla perdita di volume cerebrale che e’ stata riscontrata invece fra le grandi scimmie e i grandi mammiferi legati ad una alimentazione terrestre. Ricordo che il termine “ominide” si riferisce alla Famiglia degli Ominidi, primati bipedi che vengono considerati un anello della linea evolutiva che porta all’uomo moderno. Il motivo principale per cui questi acidi grassi OMEGA-3 Lcp rappresentano una nutrizione specifica per il cervello e’ dovuto al fatto che il tessuto nervoso dei mammiferi e’ costituito prevalentemente dai lipidi (60% del peso del cervello a secco). Gli acidi grassi essenziali della serie Omega-6 Lcp e OMEGA-3 Lcp devono essere introdotti con l’alimentazione, in quanto non possono essere sintetizzati dal sistema nervoso centrale. Mentre nella maggior parte delle cellule il rapporto fra gli acidi grassi essenziali Omega-6 e Omega 3 e’ di 3-5:1, tale rapporto scende nel cervello a 1-2:1. Il cervello umano si differenzia da quello di altre specie di mammiferi in senso quantitativo, essendo di dimensioni maggiori. Inoltre richiede una quota maggiore di energia metabolica. Durante la fase piu’ attiva dello sviluppo fetale infatti il cervello umano richiede fino al 70% dell’energia totale fornita attraverso la placenta. Questa percentuale scende al 60% dopo la nascita ed e’ di appena il 20% negli adulti. Gli autori dello studio concludono dicendo che, se gli acidi grassi OMEGA-3 Lcp rappresentano elementi nutritivi discriminanti per lo sviluppo del cervello umano, ne consegue che un’assunzione cronicamente inadeguata di queste sostanze provochera’ uno sviluppo non ottimale del cervello sia nei singoli che nell’intera popolazione.
Fonte: La Stampa 08-04-1998