Una dieta ricca di pesce durante la gravidanza, in particolare durante gli ultimi mesi, sembra favorire la crescita del bambino, riducendo la probabilità di partorire bambini sottopeso. Ne parla uno studio i cui risultati saranno pubblicati sulla rivista specializzata Journal of Epidemiology and Community Health.
Lo studio ha coinvolto un numero estremamente elevato di partorienti: ben 12.000 donne. L’importanza di tale risultato risiede nel fatto che un neonato sottopeso va incontro a un rischio maggiore di cardiopatie e diabete. Alle partecipanti allo studio è stato richiesto di annotare il consumo di pesce dopo la 32esima settimana di gestazione, quindi dopo circa 7 mesi e mezzo.
In base all’analisi di quanto riportato dalle madri, i ricercatori hanno calcolato l’apporto di acidi grassi omega 3, noti per gli effetti benefici sulla salute cardiovascolare tra cui una maggiore fluidità del sangue, che attraversa con più facilità la placenta, e la prevenzione di aritmie. In media è emerso che le donne assumevano l’equivalente in acidi omega 3 di un terzo di una scatoletta di tonno al giorno, pari a circa 0,15 grammi. I benefici sull’organismo della madre e del nascituro aumentavano all’aumentare di pesce introdotto con la dieta.
Una crescita ridotta del feto sopraggiunge in una gravidanza normale in circa un caso su dieci, mentre nelle donne che non mangiano mai pesce avviene in un caso su otto, circa il 13 per cento. La Food Standards Agency sconsiglia, tuttavia, di introdurre nella dieta carne di squalo, merluzzo, pescespada e tonno per l’alta percentuale di mercurio presente in questi pesci.
(Fonte Yahoo Salute 13/05/2004)