Un sistema serotoninergico poco attivo è associato a un precoce “indurimento” delle arterie o, altrimenti detto, uno stato depressivo tende a predisporre allo sviluppo dell’aterosclerosi, e a un aumento del rischio di infarto, ictus e soprattutto di trombosi alla carotide. È quanto risulta da uno studio presentato alla Conferenza della Società americana di medicina psicosomatica in corso a Denver da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pittsburgh diretti da Matthew F. Muldoon. La correlazione, peraltro, non è dovuta a un diretto legame biochimico fra i due processi patologici, quanto piuttosto agli stili di vita che una persona sofferente di depressione tende ad adottare e che moltiplicano i suoi fattori di rischio.
Un’altra ricerca svolta presso la stessa università e coordinata da Sarah Conklin ha poi rilevato che una dieta ricca di acidi grassi polinsaturi omega-3 – che svolge un’azione protettiva nei confronti dello sviluppo di patologie cardiovascolari – sembra essere in grado di alleviare i sintomi nei disturbi dell’umore lievi. In questo caso lo studio era nato dall’osservazione che i livelli ematici di questi acidi grassi appaiono sistematicamente più bassi del normale nei pazienti affetti da depressione, disturbo bipolare e schizofrenia. Ciò, però, come è stato rilevato dalla ricerca di cui si è detto in precedenza, potrebbe essere legato agli stili di vita, conseguenti alla patologia, mentre è ancora tutto da spiegare come e perché un aumento di questi composti nella dieta possa in qualche modo influire sull’umore.
Una buona dieta sembra dunque utile per prevenire l’aterosclerosi e per cercare di difendersi dai disturbi dell’umore, mentre curare la depressione appare molto importante per ridurre il rischio di accidenti cardiovascolari. La situazione appare peraltro complicata da un terzo studio, condotto presso la Duke University, secondo il quale l’uso di antidepressivi in persone già sofferenti di patologie cardiache potrebbe aggravare la loro situazione. Va detto tuttavia che, per ammissione degli stessi autori della ricerca, questi ultimi dati non sono conclusivi e necessitano di ulteriori indagini. Tanto più che la sospensione di una terapia antidepressiva, aumentando i livelli di stress e inducendo una minore attenzione verso le proprie esigenze di benessere, potrebbe ripercuotersi negativamente sulla situazione cardiaca. Per ora, il consiglio rivolto ai medici per i pazienti depressi con grossi problemi di cardiopatia è stabilire con attenzione terapie personalizzate e seguirne molto da vicino l’andamento.
Fonte: Le Scienze (07/03/2006)